Normative

Leggi e normative

SANIFIM SRL pone grande attenzione alle novità legislative e normative e consulta giornalmente le disposizioni derivanti da leggi nazionali e decreti, linee guida pubblicate in Gazzetta Ufficiale, leggi regionali e norme tecniche alle quali conformare adeguatamente gli standard di servizio, applicando in particolare quanto previsto dal Testo Unico Sicurezza D.Lgs. 81/2008.

Questo l’ampio sommario, in continua evoluzione, delle principali normative che regolano il nostro standard di lavoro:

Cosa dice la legge

Il Legislatore, con l’ introduzione del “Testo unico sulla Sicurezza” D.Lgs 81. 09 aprile 2008 (G-U-101 del 30/04/2008, ha portato delle consistenti innovazioni nel settore della manutenzione degli impianti di climatizzazione sancendo di fatto la necessità del corretto controllo e della manutenzione periodica degli stessi.

Il testo unico fa esplicito riferimento ad azioni di monitoraggio e verifica; inoltre richiama l’attenzione del RSPP e del datore di lavoro sulle necessità di rimuovere rapidamente e sistematicamente i pericoli che potrebbero derivare dall’impianto di climatizzazione.

Lo stesso decreto,ovviamente, richiama anche pesanti sanzioni  penali e pecuniarie.

Trasgredire significa: le sanzioni

Il datore di lavoro, nel caso in cui non osservi le disposizioni di Legge, è punibile con delle sanzioni di vario tipo quali:

  • L’arresto da sei a dodici mesi con l’ammenda da 4.000 a 16.000 € per la violazione dell’articolo 66 [“Lavoro in ambienti sospetti di inquinamento”];
  • Con l’arresto da tre a sei mesi con l’ammenda da 2.000 a 10.000 € per la violazione degli articoli 64 e 65, commi 1 e 2 [“ Obblighi del datore di lavoro”, “Locali sotterranei o semisotterranei”];

Con la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 a 2.500 € per la violazione dell’articolo 67 commi 1 e 2 [“Notifiche all’organo di vigilanza competente per il territorio”];

SINTESI DELLE NORMATIVE – DECRETI – LEGGI

G.U. n. 256 03/11/2006

Linee guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione

Viene indicata la necessità di:

  • Eseguire una manutenzione regolare agli impianti di trattamento aria (periodicità nei controlli, manutenzione preventiva, 1° controllo all’attivazione dell’impianto);
  • Progettare i sistemi aeraulici tenendo presenti le esigenze manutentive;
  • Eseguire la pulizia di UTA, canali e accessori con personale qualificato (categoria A: specializzato / categoria B: semplice manutentore)
  • Eseguire analisi per verificare la carica batterica (inferiore a 106 UFC/L) e presenza di particolato (inferiore a 1g/m2)
  • Eseguire la sanificazione periodica con metodi fisici o chimici.

Sintesi Gazzetta n. 256 del 3 novembre 2006

CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO

SCHEMA DI LINEE GUIDA PER LA DEFINIZIONE DI PROTOCOLLI TECNICI DI MANUTENZIONE

PREVENTIVA SUGLI IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE

Sintesi delle principali indicazioni:

negli ambienti confinati gli impianti di climatizzazione svolgono le funzioni di controllo delle condizioni termiche e di umidità’ dell’aria, di ricambio controllato

dell’aria e di cattura per filtrazione di polveri ed altre particelle trasportate. In pratica, però, esistono molti casi in cui l’impianto non svolge idoneamente queste funzioni e per giunta può trasportare o diventare esso stesso una fonte di contaminanti, rumore e vibrazioni, soprattutto se non sottoposti con regolarità ad adeguata manutenzione.

Le conseguenze di una cattiva manutenzione delle apparecchiature di condizionamento ed in particolare delle canalizzazioni dell’aria sull’IAQ, in molti casi, possono essere gravi. Spesso si e’ riscontrata l’esistenza di agenti patogeni diffusi negli ambienti condizionati proprio attraverso le reti di distribuzione, con gravi rischi per la salute ed il benessere degli occupanti l’edificio. (omissis)

E’ frequente il caso in cui i problemi di manutenzione derivino da errori progettuali e diviene dunque molto problematico, se non addirittura impossibile, intervenire sui sistemi aeraulici già installati. Per questi motivi, ai fini di una buona manutenzione, occorre progettare, costruire ed installare i sistemi aeraulici tenendo sempre presenti le esigenze manutentive.

Per quanto attiene agli ambienti di lavoro, si sottolinea che in base al D.Lvo 626/94 il datore di lavoro deve provvedere affinché i lavoratori dispongano di aria salubre e gli impianti vengano sottoposti a regolare pulizia e manutenzione tecnica, onde assicurare negli ambienti condizioni igieniche adeguate. E’ opportuno sottolineare, inoltre, che la progettazione; l’ installazione, la manutenzione ed il collaudo degli impianti devono rispettare quanto previsto dalle disposizioni legislative e regolamentari vigenti in materia di sicurezza (Legge 5 marzo 1990, n. 46 e successive) e di risparmio energetico, come pure le norme tecniche di sicurezza dell’Ente Italiano di Unificazione (UNI) e del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI). I soggetti abilitati rilasciano al committente idonea dichiarazione della messa in opera secondo le regole dell’arie e di conformità degli impianti alla normativa vigente.

1. PIANIFICAZIONE DELLA MANUTENZIONE

1.1 Scopo della manutenzione

…la manutenzione ha come scopo e finalità quella di garantire la “disponibilità” dell’impianto o apparecchiatura; queste entità, cioè devono essere messe in grado di svolgere la funzione richiesta, alle condizioni stabilite, durante un certo intervallo di tempo…

Lo scopo della manutenzione e’ pertanto quello di: ridurre la velocità con la quale il bene si deteriora; prolungarne la vita operativa; raccogliere informazioni su difetti o cause di deterioramento per eliminarli o prevenirli.

1.2 Frequenza degli interventi

Gli impianti e le apparecchiature devono essere sottoposti a frequenti controlli

volti ad accertarne lo stato di funzionamento.

La periodicità viene stabilita confrontando le esigenze di disponibilità con i

deterioramenti prevedibili.

1.3 Documentazione

Non si può svolgere correttamente l’attività di manutenzione degli impianti senza avere a disposizione una adeguata documentazione di impianto.

1.4 Scelta delle modalità d’intervento

Il Committente dovrà scegliere le modalità di effettuazione della manutenzione seguendo criteri di efficacia ed economicità di modo che le proprie esigenze siano soddisfatte. In genere le operazioni di manutenzione si possono dividere in due gruppi: manutenzione correttiva e manutenzione preventiva.

 1.5 Manutenzione correttiva

Secondo UNI 9910, si tratta di manutenzione che viene effettuata quando si riscontra un’avaria. L’intervento conseguente serve a riportare l’entità nello stato in cui può eseguire la funzione richiesta.

Il costo della manutenzione correttiva e’ quasi sempre superiore a quello di un intervento preventivo, dovendosi aggiungere al costo dell’intervento stesso quello dovuto all’indisponibilità dell’impianto.

 2.2.5 Manutenzione preventiva

Una manutenzione efficace sarà quindi rivolta ad eliminare o prevenire le avarie. Seguendo la prassi internazionale, le attività di manutenzione svolte periodicamente vengono chiamate “manutenzione preventiva”.

2 REQUISITI IGIENICI PER LE OPERAZIONI DI MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI

DI CLIMATIZZAZIONE

2.1 Generalità

I sistemi di condizionamento dell’aria e di ventilazione devono essere progettati, costruiti ed istallati in modo tale da consentire la pulizia di tutte le superfici interne e di tutti i componenti, in conformità alla disposizione della ENV 12097(6). Ciò costituisce premessa indispensabile affinché tali sistemi possano funzionare ed essere mantenuti in modo tale che i requisiti igienici siano permanentemente rispettati. . A questo proposito devono essere effettuate ispezioni tecniche e manutentive regolari insieme a frequenti controlli igienici da parte di personale specializzato.

Il primo controllo deve avvenire contestualmente all’attivazione dell’impianto al fine di accertare che lo stesso sia stato posto in opera pulito e, se necessario, sanificato (assenza di detriti e polvere di cantiere, ecc.)

I sistemi impiantistici devono essere controllati regolarmente e devono essere puliti, se necessario, da personale qualificato; un sistema può essere mantenuto pulito solo quando tutte le superfici del sistema (in particolare dei condotti d’aria) non presentano accumuli di particolato ritenuti non accettabili.

La carica totale batterica (Metodo EN/ISO 6222) nell’acqua delle sezioni di umidificazione non deve superare 1.000 CFU/ml (106 CFU/L).

La sanificazione dell’impianto (intesa come pulizia, disinfezione o sterilizzazione, se necessaria) deve essere effettuata usando metodi fisici o chimici, conperiodicità regolare.

Le ispezioni igieniche dei sistemi di condizionamento dell’aria devono essere effettuate da personale tecnico competente nel settore: ogni anno nel caso di sistemi con umidificatori ad acqua ogni due anni nel caso di sistemi con umidificatori a vapore ogni tre anni per sistemi senza umidificatori d’aria

Il limite ammissibile per il particolato depositato nei condotti d’aria considerati puliti, privi di rivestimento interno, e’ 0,75 mg/100 cmq

Il limite per la contaminazione ammissibile nei condotti d’aria è 1 g/m2.

L’avvenuto controllo igienico e l’esecuzione della corretta santificazione sul sistema impiantistico devono essere riportati su apposito registro facente parte di una documentazione predisposta per la certificazione. Tale documentazione e’ custodita dal responsabile della sicurezza.

2.2.1 Unità centrali di trattamento aria

I locali dove sono installate le unità e gli alloggiamenti delle apparecchiature devono essere puliti e sanificati a fondo prima dell’avvio iniziale.

2.2.2 Filtri per l’aria

I filtri per l’aria devono mantenere la loro corretta efficienza per tutta la durata del loro servizio. Per assicurarne la funzionalità, i filtri devono essere ispezionati a

intervalli regolari.

I filtri per l’aria devono essere sostituiti se c’e’ una evidente contaminazione o se vi e’ una perdita;

2.2.3 Umidificatori d’aria

Bisogna fare in modo che l’acqua non possa precipitare o condensare a valle della sezione di umidificazione

Si può prevenire un incremento nella contaminazione batterica con una regolare pulizia o sanificazione degli umidificatori, e con un’idonea procedura di

disinfezione dell’acqua. La contaminazione batterica totale dell’acqua circolante non deve eccedere il valore di 1.000 CFU/ml (106 CFU/L).

2.2.4 Batterie di scambio termico Le batterie di scambio termico e i loro accessori devono essere periodicamente ispezionate per verificare eventuali contaminazioni,

2.2.6 Ventilatori

I ventilatori e i motori devono essere periodicamente ispezionati, gli eventuali danneggiamenti prontamente riparati.

2.2.6 Recuperatori di calore Le raccomandazioni relative alle batterie di scambio termico si applicano anche ai recuperatori di calore.

2.2.7 Condotte d’aria e silenziatori

Le condotte d’aria devono essere periodicamente ispezionate sia sul lato esterno sia sul lato interno

2.2.8 Prese d’aria esterna e griglie di espulsione

…le prese d’aria e le griglie di espulsione spesso mostrano depositi solidi sulla loro superficie visibile dopo lungo funzionamento. Tali superfici devono essere pulite periodicamente.

2.2.9 Torri di raffreddamento

L’operatività della torre di raffreddamento deve essere sospesa durante la manutenzione e la pulizia

La pulizia e il drenaggio del sistema devono essere effettuati: prima dell’avvio iniziale alla fine della stagione fredda o prima di fermate superiori ad un mese

all’inizio della stagione fredda o dopo una fermata superiore ad un mese  almeno due volte all’anno.

2.2.10 Apparecchi terminali

I requisiti igienici caratteristici dei componenti degli apparecchi terminali devono corrispondere almeno a quelli dei componenti dell’unita’ centrale di trattamento

aria…

3. QUALIFICAZIONE E FORMAZIONE DEL PERSONALE

La completa osservanza dei requisiti igienici e una buona gestione delle condizioni di funzionamento e di manutenzione previste, richiedono personale qualificato.

Gli interventi operativi di manutenzione ma anche le ispezioni e le eventuali riparazioni devono essere effettuate da personale specializzato che abbia una

completa e appropriata formazione o che abbia una equivalente esperienza tecnica adeguata alla specializzazione richiesta.

Categoria B: formazione per operazioni semplici

Categoria A: formazione dei responsabili dell’igiene …

Le analisi igienico­ microbiologiche che vanno oltre le analisi di routine devono essere effettuate da un istituto d’igiene, da laboratori pubblici qualificati o

da  personale o da enti di pari qualificazione.

Circ.Min.Sanità del 17/12/2004

 Indicazioni sulle linee guida per la tutela dei non fumatori

Il fumo di tabacco è causa di morte prematura. La norma applica il divieto di fumo a tutti i locali chiusi pubblici e privati aperti al pubblico. Prevede sanzioni

fino a 2.000 € e anche la revoca di licenza d’esercizio del locale.

Sintesi Circ.Min.Sanità del 17/12/2004

Indicazioni sulle linee guida per la tutela dei non fumatori

Indicazioni interpretative e attuative dei divieti conseguenti all’entrata in vigore dell’articolo 51 della legge 16 gennaio 2003, n. 3, sulla tutela della salute dei non fumatori.

Il  fumo  di  tabacco  è  la  più  importante causa di morte prematura e prevenibile in Italia e rappresenta uno dei più gravi problemi di sanità pubblica a livello mondiale; ecco perché la prevenzione dei gravi danni alla salute derivanti dalla esposizione  attiva  e  passiva  al  fumo  di  tabacco  costituisce  obiettivo  prioritario  della  politica sanitaria del nostro Paese e dell’U.E.

Per  ciò  che  concerne  l’ambito  oggettivo  di  applicazione  della  norma,  essa  applica  il  divieto  di fumo a tutti i locali chiusi pubblici e privati aperti ad utenti o al pubblico.

Resta fermo che, considerata la libera accessibilità a tutti i locali di fumatori e non fumatori, la possibilità di fumare non può essere consentita se non in spazi di inferiore dimensione attrezzati all’interno dei locali,  proprio  per  la  definizione  «riservati  ai  fumatori»  utilizzata  al  comma  1b  dell’art.  51  della legge n. 3/2003.

si  precisa  che  sui  soggetti  responsabili  della  struttura  o  sui  loro  delegati  ricadono  gli obblighi di:

1) richiamare formalmente i trasgressori all’osservanza del divieto di fumare;

2)  segnalare,  in  caso  di  inottemperanza  al  richiamo,  il  comportamento  del  o  dei  trasgressori,  ai pubblici  ufficiali  e  agenti  ai  quali  competono  la  contestazione  della  violazione  del  divieto  e  la conseguente redazione del verbale di contravvenzione.

….

l ’applicazione  delle  misure  sanzionatorie,  comprese  tra  un  minimo  di  200  e  un  massimo  di  2000 euro, previste dall’art. 52, comma 20, della legge n. 448 del 28 dicembre 2001.

qualora  non  siano  osservati  gli  obblighi  che  ricadono  sui  gestori,  il questore può sospendere, per un periodo da tre giorni a tre mesi, o revocare la licenza di esercizio del locale.

Legge n. 3 16/01/2003 – Art. 51

Disposizioni ordinamentali in materia di pubblica amministrazione – Tutela della salute dei non fumatori –

E’ fatto divieto di fumare nei locali pubblici, escluso quelli riservati ai fumatori, i quali devono essere dotati di impianti per la ventilazione e ricambio aria.. Nei ristoranti i locali per non fumatori devono avere una superficie prevalente rispetto alla superficie complessiva.

Sintesi Legge n. 3 16/01/2003 – Art. 51

1. È vietato fumare nei locali chiusi, ad eccezione di:

a) quelli privati non aperti ad utenti o al pubblico;

b) quelli riservati ai fumatori e come tali contrassegnati.

2. Gli esercizi e i luoghi di lavoro di cui al comma 1, lettera b), devono essere dotati di impianti per la ventilazione ed il ricambio di aria regolarmente funzionanti.

3. Negli esercizi di ristorazione, ai sensi del comma 1, lettera b), devono essere adibiti ai non fumatori uno o più locali di superficie prevalente rispetto alla superficie complessiva di

somministrazione dell’esercizio.

4. Con regolamento da emanare ai sensi dell’articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, su proposta del Ministro della salute, possono essere individuati eventuali ulteriori luoghi chiusi nei quali sia consentito fumare,  nel rispetto delle disposizioni di cui ai commi 1, 2 e 3. Tale regolamento deve prevedere che in tutte le strutture in cui le persone sono costrette a soggiornare non volontariamente devono essere previsti locali adibiti ai fumatori.

5. Alle infrazioni al divieto previsto dal presente articolo si applicano le sanzioni di cui all’articolo 7 della legge 11 novembre 1975, n. 584, come sostituito

dall’articolo 52, comma 20, della legge 28 dicembre 2001, n. 448.

 Repubblica italiana D.P.C.M. 23 DICEMBRE 2003

Attuazione dell’art.51, comma 2 della l.16 gennaio 2003, come modificato dall’art. 7 della l.21 ottobre 2003, n. 306, in materia di “tutela della salute dei non fumatori” (g.u. n. 300 del 29-12-2003)

Requisiti tecnici dei locali per fumatori, dei relativi impianti di ventilazione e ricambio aria, dei modelli dei cartelli connessi al divieto di fumo.

 Legge Regionale Liguria n°24/2002

Disciplina per costruzione, installazione, manutenzione e pulizia degli impianti di condizionamento

  • Al collaudo dell’impianto aeraulico nuovo, con prove di aspirazione si accerta che l’aria sia priva di agenti patogeni (carica micotica entro 15.000 UFC/g e carica batterica entro 30.000 UFC/g – particolato inferiore a 1g/m2)
  • Si deve effettuare la manutenzione e controllo periodico degli impianti da tecnici opportunamente preparati;
  • Va redatto un libretto di manutenzione sul quale si annotano tutti gli interventi di manutenzione.

Sono previste sanzioni da 1.550,00 a 9.000,00 €.

Sintesi Legge Regionale Liguria n°24/2002

Disciplina per costruzione, installazione, manutenzione e pulizia degli impianti di condizionamento

Art. 1. (Finalità).

1. La Regione, nel rispetto delle linee di indirizzo per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati fissate nell’accordo Stato – Regioni del 27 settembre 2001, detta

disposizioni dirette a garantire la qualità dell’aria negli ambienti di vita e di lavoro.

2. Gli strumenti previsti dalla presente legge devono essere realizzati su tutti gli impianti aeraulici con condotte prive di rivestimenti interni installati in ambienti con volume d’aria

superiore a metri cubi 1.000.

Art. 2. (Apparecchiature).

1. Tutti gli impianti aeraulici negli edifici di nuova costruzione ovvero oggetto di ristrutturazione debbono essere costituiti da apparecchiature aerodisperdenti di condizionamento rispondenti ai requisiti costruttivi stabiliti nel regolamento di attuazione di cui all’articolo 10.

Art. 3. (Progettazione e installazione).

1. I progetti di installazione dei sistemi aeraulici devono essere attestati da un tecnico qualificato ai sensi dell’articolo 6 il quale ne dichiari la conformità ai requisiti igienico – sanitari stabiliti dal regolamento previsto dall’articolo 10.

2. Al termine dell’installazione è eseguito un collaudo dell’impianto al fine di accertare che:

a) l’aria immessa nell’ambiente, anche in quelli confinati, sia priva di contaminazione da agenti patogeni;

b) l’aria emessa nell’ambiente, anche in quelli confinati, non superi la concentrazione limite della carica micotica e batterica fissata nell’accordo di cui all’articolo 1;

c) il particolato depositato nei condotti di aria non deve essere superiore a 0.1 g/mq.; l’accertamento deve essere eseguito attraverso prove di aspirazione.

Art. 4. (Manutenzione e controlli).

1. La manutenzione dei sistemi di condizionamento dell’aria e di ventilazione è esercitata da personale addetto all’igiene degli impianti iscritto nell’elenco di cui all’articolo 7; lo stesso deve accertare il rispetto dei limiti di cui all’articolo 5.

2. La salvaguardia delle condizioni igienico – sanitarie è garantita attraverso periodiche ispezioni dell’impianto aeraulico e delle apparecchiature aero disperdenti.

3. Ad ogni sistema di condizionamento deve corrispondere un libretto di manutenzione sul quale vengono annotati i singoli interventi effettuati.

Art. 5. (Limiti di contaminazione nella manutenzione).

1. Il sistema aeraulico è considerato pulito e quindi idoneo quando tutte le superfici, comprese le condotte dell’aria, presentano una quantità di particolato inferiore ad 1 g/mq.

2. Un impianto è considerato contaminato quando la presenza di agenti patogeni supera una concentrazione di carica micotica pari a 15.000 CFU/g e batterica pari a 30.000 CFU/g.

Art. 6. (Formazione di personale qualificato).

1. La formazione professionale del personale addetto all’igiene degli impianti aeraulici è attuata attraverso specifici corsi promossi da enti pubblici ovvero da privati nonché da

associazioni di volontariato iscritte nel registro regionale

…..

Art. 8. (Vigilanza).

1. Le funzioni di vigilanza e controllo sugli impianti aeraulici sono svolte dal Dipartimento di prevenzione dell’Azienda Unità Sanitaria Locale territorialmente competente.

Art. 9. (Informazione).

1. La Regione, anche attraverso i propri enti strumentali e la collaborazione degli enti locali, promuove campagne divulgative dirette ad informare i cittadini sui rischi connessi alla non corretta gestione degli impianti aeraulici e sui contenuti della presente

legge.

Art. 10. (Norma transitoria).

1. La Regione, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, emana un apposito regolamento di attuazione.

2. I Comuni, entro centoventi giorni dall’approvazione del regolamento di cui al comma 1, provvedono all’adeguamento dei propri regolamenti edilizi e di igiene.

3. Coloro che, alla data di entrata in vigore della presente legge, esercitano attività di addetto all’igiene degli impianti aeraulici da almeno tre anni in modo continuativo e documentato, possono continuare ad esercitare fino al conseguimento dell’attestato di cui all’articolo 6; tale attestato deve essere rilasciato improrogabilmente entro i due anni decorrenti dalla suddetta data.

Art. 10 bis. (Sanzioni) (1)

La violazione delle disposizioni previste dal regolamento di cui all’articolo 10 della presente legge è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da

euro 1.550,00 a euro 9.000,00.

Sezione Ordinaria n. 252 G.U. n. 276 27/11/2001

Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati

  • Divieto di fumo, proibizione a effettuare pubblicità al fumo;
  • Impianti aeraulici progettati in modo da consentire la pulizia delle superfici interne e dei componenti;
  • Ispezioni tecniche e manutentive regolari;
  • Controlli igienici da parte di personale specializzato;
  • Primo controllo contestuale all’attivazione dell’impianto;
  • Registrazione di ogni intervento;
  • Valori limite: carica micotica entro 15.000 UFC/g e carica batterica entro 30.000 UFC/g – particolato inferiore a 1g/m2)
  • Eseguire la pulizia con personale qualificato.

Sintesi Sezione Ordinaria n. 252 G.U. n. 276 27/11/2001

Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati

Con  decreto ministeriale 8 aprile 1998, e’ stata istituita presso l’ex  Dipartimento  della  Prevenzione  del Ministero della Salute la “Commissione  indoor”,  con  il compito di fornire linee di indirizzo tecnico  volte  a promuovere lo sviluppo di iniziative di prevenzione

primaria  e  secondaria  in  materia  di  inquinamento degli ambienti confinati  e  per  l’approfondimento  delle  conoscenze  sulle  cause d’inquinamento e del relativo impatto sulla salute.

Il rapporto fornisce informazioni, fondamentali per la valutazione e  gestione, in termini di sanita’ pubblica, dei rischi per la salute connessi  all’inquinamento  dell’aria  indoor  (IAQ)  ed  indicazioni tecniche  per  orientare le azioni di prevenzione e controllo di tali rischi.

Le  seguenti  “Linee  guida”  illustrano  in  chiave  sintetica le principali problematiche sanitarie evidenziate nel rapporto elaborato dalla   Commissione   e   forniscono   indicazioni  generali  per  la realizzazione  di  un  programma  nazionale  per  la prevenzione e la promozione della salute negli ambienti confinati.

Sono state  individuate  le  seguenti azioni specifiche da intraprendere a livello nazionale:

Fumo di sigarette

1.  Avviare tutti gli sforzi necessari per assicurare una adeguata informazione  dei cittadini sulla dipendenza che il fumo di sigaretta produce  e  sui  suoi  effetti  nocivi ….

2.  Proibire il fumo in tutti i luoghi pubblici

3.  Proibire tutte le forme dirette e indirette di pubblicità del fumo

Asma bronchiale ed allergie

1.  Aumentare  la  consapevolezza della popolazione sui fattori di rischio  dell’asma  bronchiale

2.   Promuovere   gli  interventi  per  migliorare  le  condizioni abitative con particolare riguardo per gli standard di ventilazione e i livelli di umidità’ interna

3.  Sviluppare  linee  guida  sulla  qualità delle abitazioni per minimizzare  i  rischi associati alla polvere domestica, alle forfore animali, all’umidità e muffe, e ai prodotti di combustione interni.

4.  Creare  scuole libere da allergeni, bandire l’uso di moquettes nelle   strutture  scolastiche,  limitare  l’uso  di  agenti  chimici irritanti per la pulizia, proibire le attività di costruzione e/o di manutenzione  edilizia  quando  sono presenti bambini nella struttura scolastica.

I   livelli  di  concentrazione  che  gli  inquinanti  raggiungono all’interno  degli  edifici  generalmente  sono  uguali o superiori a quelli  dell’aria  esterna  e  soprattutto le esposizioni indoor sono maggiori  di  quelle  outdoor, principalmente perché’ la quantità di tempo  trascorso  dalle persone all’interno degli edifici, rispetto a quello trascorso all’esterno, e’ di un ordine di grandezza maggiore.

L’inquinamento  dell’aria  degli ambienti confinati rappresenta un problema  importante per la sanità pubblica, con grandi implicazioni sociali  ed  economiche per molteplici motivi

Inoltre, molte malattie croniche  sono correlate a diversi aspetti dell’IAQ, per cui il danno economico e sociale attribuibile all’inquinamento indoor in Italia e’ verosimilmente rilevante.

Gli studi scientifici di questi ultimi decenni hanno messo in luce che  alcuni  inquinanti  sono  in grado di contribuire all’aumento di incidenza  di tumori maligni

Inoltre,  molti  composti  chimici  presenti nell’aria indoor sono noti o sospettati di causare irritazione o stimolazione dell’apparato sensoriale  e possono dare vita a un senso di disagio sensoriale e ad altri  sintomi  comunemente  presenti  nella  cosiddetta “Sindrome da Edificio  Malato” (Sick Buiding Syndrome). Studi condotti in uffici e in  altri edifici ad uso pubblico in diversi paesi hanno rivelato una frequenza  di  disturbi,  tra  gli occupanti, compresa tra il 15 e il 50%.

Le  sorgenti  di  inquinamento  interno  che rilasciano inquinanti nell’aria  costituiscono la causa primaria dei problemi relativi alla qualità  dell’aria  indoor. Le principali fonti sono l’uomo e le sue attività,  i  materiali  da  costruzione  gli  arredi,  i sistemi di trattamento dell’aria.

Il  malfunzionamento  del  sistema  di ventilazione o una errata  collocazione  delle  prese  d’aria  in prossimità di aree ad elevato   inquinamento   (es.   vie   ad  alto  traffico,  parcheggio sotterraneo,    autofficina)    possono   determinare   un’importante penetrazione dall’esterno di inquinanti. I sistemi di condizionamento dell’aria  possono, inoltre, diventare terreno di coltura per muffe e altri  contaminanti  biologici  e  diffondere  tali  agenti  in tutto l’edificio.

5.3 – Contaminanti microbiologici

Le  principali fonti di inquinamento microbiologico degli ambienti indoor sono gli occupanti (uomo ed animali), la polvere, le strutture ed i servizi degli edifici.

Altre  possibili  sorgenti di microrganismi sono gli umidificatori ed i condizionatori dell’aria, dove la presenza di elevata umidità e l’inadeguata    manutenzione    facilitano    l’insediamento   e   la moltiplicazione  dei  microrganismi  che  poi  vengono  diffusi negli ambienti dall’impianto di distribuzione dell’aria.

In   particolare,   diversi   studi   hanno  evidenziato  che  gli umidificatori  di  impianti  centralizzati  sono  idonei  terreni  di coltura  per  batteri  termofili  e  termoresistenti  e  serbatoi  di endotossine   batteriche.  Negli  umidificatori  domestici  e’  stata riscontrata  anche  la  presenza  di  funghi mesofili. Altri siti che possono  costituire  serbatoi di contaminanti biologici sono le torri di  raffreddamento  degli  impianti  di  condizionamento

Tra le patologie determinate dall’esposizione ad agenti indoor, le forme  più  frequenti  comprendono  quadri clinici caratterizzati da effetti  neurosensoriali  che  determinano  condizioni  di malessere, diminuzione  del  comfort degli occupanti e percezione negativa della qualità  dell’aria.

6.3 – Malattie respiratorie

L’apparato  respiratorio  rappresenta  la porta d’ingresso di vari contaminanti aerei presenti nell’aria degli ambienti confinati.

Nella   tabella   1   sono  descritti  gli  effetti  sull’apparato respiratorio in relazione ai principali inquinanti indoor.

Tab.  1  –  Principali inquinanti chimici degli ambienti confinanti e loro effetti sulla salute respiratoria dei soggetti esposti.

INQUINANTE       FONTI       EFFETTI SULLA SALUTE

Bambini                   Adulti

Particolato               Fumo di       Incremento della                  Probabile

totale                          tabacco           frequenza di                        decremento della

sospeso (TPS)        Sistemi di    sintomi respiratori                funzione

riscald-             cronici                                     respiratoria

amento                                          ventilatoria

Caldaie                 Incremento della                    Incerto l’effetto

frequenza di                                  sulla funzione

Auto-                sintomi respiratori                      respiratoria

veicoli            cronici                                           ventilatoria

posti                                                                    In soggetti

nelle                                                                    asmatici: Incremento

vicinanze                                                            del numero di episodi  broncospastici e

ridotta risposta alla terapia antiasmatica

   6.5 – Malattie da infezioni di origine indoor

…studi hanno evidenziato come la contaminazione microbica sia legata  a  scarsa  o,  talvolta,  assente  idoneità delle condizioni igienico- edilizie  dei locali presi in considerazione dagli studi, al sovraffollamento  dei locali, alla scarsa manutenzione dei sistemi di climatizzazione.

L’inquinamento  microbiologico  all’interno  degli ambienti chiusi può  essere  considerato  una  fonte  di  trasmissione  di  numerose malattie  infettive  a  carattere  epidemico:  influenza, varicella, morbillo, polmoniti  pneumococciche,  legionellosi,

psittacosi-ornitosi,  ecc.  Queste patologie sono di grande rilevanza sociale  sia per il grande numero di soggetti che viene coinvolto sia per   le   complicanze  che  possono  sopraggiungere,  rendendo  più complesso  il trattamento farmacologico con conseguenti ripercussioni sui costi.

Particolare   attenzione   va  rivolta  alle  infezioni  trasmesse nell’ambito ospedaliero, dove la diffusione di microrganismi patogeni attraverso  le  condutture degli impianti di climatizzazione potrebbe rivestire  un  ruolo  importante  nella  trasmissione delle infezioni nosocomiali.

La  possibilità  di trasmissione di infezioni in comunità chiuse quali  scuole,  asili, carceri, caserme, uffici fa comprendere quanto importante  sia  condurre  indagini  rivolte  a  definire  il rischio microbiologico per poter prevenire con interventi igienico- ambientali l’insorgere di epidemie.

6.6 – Malattie da allergenti indoor

L’aumentata  propensione  alle  allergie ha reso pericolose alcune normali  componenti  biologiche del nostro ambiente di vita (un tempo innocue),  quali  gli  acari della polvere, derivati del pelo e della saliva degli animali domestici, alcuni pollini, alcune muffe.

Per   questi   motivi,   le  malattie  allergiche,  specie  quelle respiratorie   (asma)   rappresentano,  nell’ambito  delle  patologie influenzate  dagli ambienti indoor, un settore che pone problematiche del   tutto   particolari.

Oltre  alle forme classiche di asma bronchiale allergico, si  segnala  una  sindrome di notevole interesse, definita “febbre da umidificatore”.  In  alcuni  episodi  a  carattere micro-epidemico e’ emerso  il  chiaro  coinvolgimento  dell’impianto di condizionamento.

6.7  –  Sindrome  dell’edificio  malato  o  Sick-Building Syndrome

(S.B.S.)

L’espressione  S.B.S.  indica un quadro sintomatologico abbastanza ben  definito, descritto negli ultimi 20 anni, che si manifesta in un elevato numero di occupanti edifici moderni o recentemente rinnovati, dotati di impianti ventilazione meccanica e di condizionamento d’aria globale  (senza immissione di aria fresca dall’esterno) ed adibiti ad uffici,  scuole,  ospedali,  case  per  anziani, abitazioni civili.

Sebbene  i  sintomi siano di modesta entita’, i casi di S.B.S. che si  verificano  in  ambienti  lavorativi  possono avere un costo più elevato  di alcune malattie gravi ed a prognosi peggiore, a causa del significativo calo della produttività.

Alcuni  lavori  italiani hanno focalizzato l’attenzione sui costi, in  termini  puramente economici, di episodi di S.B.S., confermandone l’elevato impatto sociale.

6.8  –  Effetti  irritativi e sul comfort della qualità dell’aria Indoor

Gruppi  della popolazione particolarmente  ipersuscettibili  sono  i  bambini,  gli anziani, le

donne  gravide ed i soggetti con situazioni patologiche preesistenti, quali   malattie   polmonari,   asma   bronchiale,  sensibilizzazione allergica.

Il microclima (complesso dei parametri ambientali che condizionano lo  scambio  termico  soggetto-ambiente), unitamente all’inquinamento chimico,  incide  in  maniera  significativa  sulla  “qualità” degli ambienti  in  cui  si  vive  e si lavora e quindi sul benessere delle persone.

Gli effetti sensoriali a lungo  termine,  collegati  ad  un disagio prolungato, si manifestano come   irritabilità’, depressione,  incapacita’  di  concentrazione, ansieta’,   cefalea,  problemi  di  digestione,  mal  di  schiena  ed insonnia.

Infine,  alterazioni  comportamentali o effetti psico-sociali sono altri  tipi  di  effetti  secondari  che  possono essere osservati in presenza di disagio sensoriale legato alla qualita’ dell’aria: esempi di   tali   effetti   di   una   certa  rilevanza  sono  assenteismo, conflittualita’, decremento della produttivita’, ecc.

7.   L’impatto   degli   inquinanti   indoor  sulla  salute  della popolazione italiana

La  valutazione  quantitativa  dell’impatto della esposizione agli inquinanti sulla popolazione in termini di effetti sanitari, di costi diretti  per  l’assistenza  medica,  di  impatto  economico generale, necessita  di  molte  informazioni  sui  livelli di esposizione della popolazione,  sui  rischi  individuali  ad  essi associati, sul costo unitario   dell’attività   assistenziale   sanitaria,   sul   valore “economico” da assegnare agli anni di vita perduta.

PARTE II

PROGRAMMA DI PREVENZIONE

“per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati”

“sostenibilita’”   degli   edifici,   dal  punto  di  vista  della    progettazione,  costruzione,  ristrutturazione e gestione, per gli    aspetti che riguardano l’ambiente e l’energia; migliorare  il contesto ambientale, in particolare quello relativo    agli ambienti confinati di vita e di lavoro incentivazione  e  per  taluni aspetti, obbligo alla costruzione e  ristrutturazione  di  edifici  e  di  ambienti igienicamente sani,    compatibili con l’ambiente ed efficienti nell’uso dell’energia; prevenzione  dei  costi sanitari e sociali legati all’inquinamento    indoor;

4 – Strategie di lavoro

Seguendo  una  strategia  generale  di  sanità  pubblica, bisogna prevedere  una  concertazione  di azioni, nella quale si integrino le competenze    igienico-sanitarie    con   quelle   dell’architettura, dell’ingegneria e delle scienze gestionali e sociali.

Oltre  agli  interventi  di  tipo normativo, basati su standard di sanità   pubblica,   il   Programma   indoor  deve  operare  con  la predisposizione  di  strumenti  tecnici,  con  campagne formative del personale  tecnico  del  Servizio  sanitario  nazionale  e  di quello operante  in  altri  settori,  con  campagne  di  informazione  e  di educazione  sanitaria  e  con  il  supporto  di  un  piano  nazionale finalizzato di ricerca.

Principali linee strategiche

Si sottolinea l’importanza di prevedere raccomandazioni specifiche per  il  controllo della qualità dell’aria, relativamente al rischio allergologico nelle abitazioni e nelle scuole: promuovere campagne di informazione   volte  agli  studenti,  alle  famiglie,  al  personale scolastico,   alle   istituzioni,   alle   società   scientifiche  e all’opinione   pubblica;   promuovere   la   formazione  di  studenti insegnanti  ed  altro  personale  della  scuola, definire criteri per regolamentare  l’edilizia  scolastica  in  termini  di progettazione, costruzione, materiali di arredo.

5.3. Progettazione, costruzione e gestione degli edifici

Le azioni devono riguardare e seguenti aree:

  • definizione  di  principi  e  standard  che integrino gli strumenti   normativi  vigenti  (Regolamento  edilizio,  Regolamento  d’igiene,   Norme  tecniche) finalizzandoli allo stato igienico-sanitario degli   impianti aeraulici ed al controllo della qualità dell’aria;
  • linee-guida  dettagliate  per  la  progettazione  edilizia e per le   soluzioni  di ventilazione (portate di aria esterna minime, griglie   di  ventilazione  e  misura  del  numero  di  ricambi  d’aria nelle   residenze);
  • strumenti di valutazione per la scelta dei materiali (ecolabel);
  • regole per la commissione e vendita degli edifici;
  • regole  per la manutenzione degli edifici, istituzione obbligatoria   del libretto di manutenzione;
  • regole  per  la progettazione, gestione, e manutenzione dei sistemi   di  ventilazione  e  climatizzazione, volte a garantire la qualità   per il consumatore;
  • accreditamento  e  certificazione  dei servizi di manutenzione agli   edifici;
  • accreditamento e certificazione dei consulenti e dei servizi per la  qualità dell’aria.

5.3.1  –  Indicazioni  generali relative ai requisiti igienici per le operazioni di manutenzione degli impianti di climatizzazione

I  sistemi  di  condizionamento dell’aria e di ventilazione devono essere  progettati, costruiti ed istallati in modo tale da consentire la  pulizia di tutte le superfici interne e di tutti i componenti, in conformità  alle disposizioni della ENV 12097 (“Rete delle condotte,

Requisiti  relativi  ai  componenti atti a facilitare la manutenzione delle reti delle condotte” – Gennaio 1997).

Ciò  costituisce  premessa  indispensabile affinché tali sistemi possano  funzionare  ed essere sottoposti a manutenzione in modo tale che i requisiti igienici siano permanentemente rispettati.

A  questo  proposito devono essere effettuate ispezioni tecniche e manutentive  regolari insieme a frequenti controlli igienici da parte del   personale  interno  all’azienda  addetto  alla  manutenzione  e ispezioni igieniche ulteriori a intervalli di tempo maggiori da parte di   personale   specializzato.  Si  raccomanda  di  registrare  ogni controllo.   In   particolare   il   primo  controllo  deve  avvenire contestualmente  all’attivazione  dell’impianto  al fine di accertare che  lo  stesso sia stato posto in opera pulito (assenza di detriti e polvere  di  cantiere  etc.). Il limite ammissibile per il particolato depositato   nei   condotti   d’aria  considerati  puliti,  privi  di rivestimento  interno, e’ 0.1 g/mc, le procedure per la prova, almeno per  quanto  riguarda  le  condotte  non  coibentate, sono quelle per aspirazione, secondo la metodologia descritta in NADCA – National Air

Duct Cleaners Association (1996) “Mechanical Cleaning of HVAC systems –  Specifications  –  Developed for Architects. Consulting Engineers, Facility Managers” Section 15891,2/96, Washington, DC.

Si  raccomanda di controllare regolarmente i sistemi impiantistici per evidenziare eventuali contaminazioni e di pulirli, se necessario, ricorrendo  a personale qualificato. Un sistema può essere mantenuto pulito solo quando tutte le superfici del sistema (in particolare dei condotti  d’aria) non presentano accumuli di particolare ritenuti non accettabili.

La contaminazione può essere riferita sia alla presenza di agenti patogeni  ben  individuati  (ad esempio quelli classificati a maggior rischio nella 626/94), sia al superamento delle concentrazioni limite della  carica  micotica e batterica. Per le condotte pulite, prive di rivestimento  interno,  il  NADCA  fornisce i seguenti valori limite: carica  batterica  <30.000  CFU/g. carica micotica < 15.000 CFU/g.

Si raccomanda di ispezionare regolarmente i filtri e, se vi e’ una evidente  contaminazione,  di rimpiazzarli, senza considerare la loro vita utile.

6. Azioni previste a livello formativo

Bisogna  attribuire  grande  rilievo alle azioni di formazione, in particolare  per  i  professionisti che operano nel settore edilizio, tecnologico-impiantistico e nei servizi di prevenzione.

1.  Predisposizione  di  dati  nazionali per un quadro conoscitivo della IAQ

Il  punto  di  partenza  per  una strategia volta al miglioramento della  IAQ  consiste  nell’elaborazione di un’indagine sul patrimonio edilizio   nazionale  relativamente  al  numero  e  tipo  di  edifici esistenti  ed  al  loro  “stato  di  salute”  per quanto riguarda gli inquinati  presenti

2. Linee guida sulla IAQ per i diversi tipi di ambienti confinati

Le  linee  guida verranno utilizzate dai progettisti e costruttori di  edifici  come punto di riferimento progettuale; consentiranno una valutazione  della  qualita’ igienico-sanitaria degli edifici ai loro gestori,  agli  organismi  di  controllo  ed agli occupanti. Dovranno raccordarsi  in  modo organico alla normativa vigente per la qualità dell’aria  esterna  e,  nel  caso  degli ambienti di lavoro, dovranno tener conto della normativa specifica ed integrarsi ad essa.

3. Standard di ventilazione

I  problemi legati alla IAQ possono essere controllati, almeno per alcuni  inquinanti,  dalla ventilazione. Gli standard di ventilazione devono  tener conto degli effetti sanitari e del comfort e, una volta fissati,  devono  essere introdotti nei codici costruttivi. Pertanto, e’ essenziale l’opera di sensibilizzazione, attraverso l’informazione e  l’addestramento,  nei  confronti di tutte le maestranze coinvolte: costruttori,  architetti, proprietari.

5. Protocolli relativi alla manutenzione dei sistemi di aerazione

E’  necessaria  la  messa  a  punto  di  protocolli  relativi alla manutenzione  dei  sistemi  di aerazione. Essi possono essere redatti sotto  forma  di  guide  che  prevedano  l’ispezione  dei  filtri, il controllo  dei sistemi di condizionamento, le verifiche periodiche di tutti   i   sistemi   interessati,   ed   in   particolar  modo  dopo l’effettuazione di modifiche.

G.U. n. 103 05/05/2000 – Accordo Stato-Regioni del 07/05/2015

Linee Guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi”

  • La Legionellosi viene acquisita per via respiratoria.
  • La notifica dei casi di Legionellosi alla ASL di competenza è obbligatoria.
  • E’ necessario valutare il rischio sugli impianti che comportano un riscaldamento dell’acqua, effettuando campionamenti periodici da parte di un responsabile competente.
  • L’impianto non deve avere ristagni di acqua, né devono esserci isolamenti interni alle condotte.
  • Dotare l’impianto aeraulico di apposite aperture per consentire la pulizia.
  • Eseguire la pulizia e sanificazione senza danneggiare l’impianto.
  • Tenere un registro degli interventi.

Sintesi G.U. n. 103 05/05/2000

Accordo Stato-Regioni del 07/05/2015 – Linee Guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi”

PREMESSA 

Le “Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi” pubblicate nel 2000,

sono state il primo documento nazionale finalizzato a fornire agli operatori sanitari informazioni aggiornate  sulla  legionellosi,  sulle  diverse  fonti  di  infezione,  sui  metodi  diagnostici  e  di indagine  epidemiologica  ed  ambientale.

Con il presente documento si intende quindi riunire, aggiornare e integrare in un unico testo tutte le indicazioni riportate nelle precedenti linee guida nazionali e normative, pertanto esso le sostituisce integralmente.

1. ASPETTI GENERALI 

1.1.  Introduzione 

Le  legionelle  sono  presenti  negli  ambienti  acquatici  naturali  e  artificiali:

“Legionellosi”  è  la  definizione  di  tutte  le  forme  morbose  causate  da  batteri  Gram-negativi aerobi  del  genere  Legionella.  Essa  si  può  manifestare  sia  in  forma  di  polmonite  con  tasso  di mortalità variabile tra 10-15%, sia in forma febbrile extrapolmonare o in forma subclinica. La specie più frequentemente coinvolta in casi umani è L. pneumophila

Dopo  la  prima  identificazione  nel  1976  (Fraser  et  al.,  1977;  McDade  et  al.,  1979),  si  è osservato un po’ ovunque nei Paesi industrializzati un notevole incremento del numero di casi e questo può essere attribuito sia al miglioramento degli strumenti diagnostici disponibili e alla maggiore  sensibilità  dei  clinici  nei  confronti  della  malattia,  sia  all’aumento  delle  occasioni di esposizione  all’agente  eziologico  dovuto  all’incremento  del  turismo,  della  frequentazione  di centri-benessere  e  alla  sempre  più  diffusa  installazione  di  impianti  di  condizionamento centralizzati negli ambienti ad uso collettivo, dotati di torri di raffreddamento e/o condensatori evaporativi

Focolai  epidemici  si  sono  ripetutamente verificati  in  ambienti  collettivi  a  residenza  temporanea,  come  ospedali  o  alberghi,  navi  da crociera, esposizioni commerciali, ecc…

  1. Fonti di infezione, modalità di trasmissione e fattori di rischio

La  legionellosi  viene  normalmente  acquisita  per  via  respiratoria  mediante  inalazione,

aspirazione  o  microaspirazione  di  aerosol contenente  Legionella,  oppure  di  particelle  derivate per essiccamento.

In Italia negli ultimi venti anni gli eventi epidemici più rilevanti sono stati causati da  torri di raffreddamento…

1.3.  Frequenza della malattia 

Sebbene la sorveglianza epidemiologica della legionellosi sia notevolmente migliorata negli

ultimi  anni,  grazie  alla  maggiore  sensibilizzazione  dei  medici  e  alla  disponibilità  di  un  test diagnostico semplice e non invasivo (antigene solubile nelle urine), questa malattia resta sotto-diagnosticata  e  anche  sotto-notificata.

Nel 2013, secondo le notifiche pervenute all’ISS, l’incidenza della legionellosi in Italia è stata di 22,6 casi per 1.000.000 di abitanti con un tasso di letalità del  10,4%.

1.4.  Sintomatologia 

La  legionellosi  può  manifestarsi  con  due  distinti  quadri  clinici:  la  Febbre  di  Pontiac  e  la Malattia dei Legionari.

1.5.  Diagnosi di laboratorio: ricerca di Legionella in campioni di provenienza umana

La  polmonite  da  Legionella  ha  dei  sintomi  che  sono  spesso  indistinguibili  dalle  polmoniti causate da altri microrganismi e, per questo motivo, la diagnosi di laboratorio della legionellosi deve  essere  considerata  complemento  indispensabile  alle  procedure  diagnostiche  cliniche.

1.6   Ricerca di Legionella in campioni di provenienza ambientale

Metodo colturale

Le  matrici  ambientali  che  vengono  generalmente  utilizzate  per  la  ricerca  di  Legionella  in campioni ambientali sono: acqua, sedimenti, biofilm.

  1. Terapia

Gli  antibiotici  che  rispondono  adeguatamente  ai  suddetti  requisiti  sono  i  chinoloni,  i

macrolidi  e,  con  minor  efficienza,  le  tetracicline.

……..

Deve  essere  sottolineato  che  le  polmoniti  da  Legionella  comportano  alterazioni

radiologiche che  regrediscono  assai lentamente,  a  volte  solo dopo  cinque- sei  mesi,

2.     SORVEGLIANZA E INDAGINE EPIDEMIOLOGICA 

2.1   La sorveglianza epidemiologica

Obiettivi 

I principali obiettivi della sorveglianza epidemiologica della legionellosi sono:

*    monitorare  la  frequenza  di  legionellosi  sia  dal  punto  epidemiologico  che  clinico,  con particolare attenzione ai fattori di rischio per l’acquisizione della malattia;

*    identificare eventuali variazioni nell’andamento della malattia;

*    identificare cluster epidemici di legionellosi dovuti a particolari condizioni ambientali al

fine di evidenziare i fattori di rischio ed interrompere la catena di trasmissione.

Il sistema di notifica 

La notifica dei casi di legionellosi è obbligatoria, secondo le indicazioni del D.M. 15/12/90 e

successive integrazioni

Il sistema di sorveglianza speciale: il registro nazionale della legionellosi 

Il  medico  che  pone  la  diagnosi  deve  compilare  la  scheda  di  sorveglianza  (Circolare

400.2/9/5708  del  29/12/93  e  successive  integrazioni)  che  deve  essere  inviata  alla  ASL  di competenza,  al  Centro  Nazionale  di  Epidemiologia,  Sorveglianza  e  Promozione  della  Salute (CNESPS)  e  al  Dipartimento  di  Malattie  Infettive,  Parassitarie  ed  Immunomediate  (DMIPI) dell‟ISS entro 48 ore.

La sorveglianza internazionale della legionellosi nei viaggiatori 

Parallelamente al sistema di sorveglianza dei casi italiani, esiste dal 1986 un programma di sorveglianza internazionale della legionellosi nei viaggiatori che è stato coordinato fino al 1993 dal  National  Bacteriology  Laboratory  di  Stoccolma  e  dal  1994  a  marzo  2010  dall‟Health Protection Agency di Londra.

2.2.  Indagine epidemiologica

L‟indagine  epidemiologica  ha  l‟obiettivo  di  identificare  la  possibile  fonte  di  infezione,  la presenza di altri casi correlati alla stessa fonte di infezione e l‟esistenza di altri soggetti esposti allo stesso rischio per attuare adeguate misure di controllo del rischio e della contaminazione.

3.     PROTOCOLLO DI CONTROLLO DEL RISCHIO LEGIONELLOSI 

3.1.  Introduzione 

Il Protocollo di Controllo del Rischio legionellosi si divide in tre fasi sequenziali e correlate

tra loro:

*    Valutazione del rischio: indagine che individua le specificità della struttura e degli impianti in  essa  esercitati,  per  le  quali  si  possono  realizzare  condizioni  che  collegano  la  presenza effettiva o potenziale di Legionella negli impianti alla possibilità di contrarre l‟infezione.

* Gestione del rischio: tutti gli interventi e le procedure volte a rimuovere definitivamente o a contenere costantemente le criticità individuate nella fase precedente.

*  Comunicazione del rischio: tutte le azioni finalizzate a informare, formare, sensibilizzare i soggetti  interessati  dal  rischio  potenziale

E’quindi  auspicabile  che  i  Dipartimenti  di  Prevenzione  delle  ASL  organizzino  attività formative/informative rivolte a:

*   tecnici progettisti

*    impiantisti

*    albergatori e le loro associazioni di categoria

*    responsabili di: strutture nosocomiali, strutture di riposo per anziani, edifici penitenziari, impianti  sportivi,  natatori,  centri  benessere,  strutture  ad  uso  collettivo  (ricoveri,  teatri,cinema, centri commerciali, ecc.) e  in generale di tutti gli edifici pubblici

*    responsabili  (Direttori,  Responsabili  del  Servizio  di  Prevenzione  e  Protezione)  della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nei siti civili, industriali, produttivi e le loro associazioni di categoria,

È  necessario  che  il  Protocollo  venga  applicato  in  ogni  struttura  (sia  civile  sia

industriale) nel quale siano presenti impianti potenzialmente a rischio legionellosi.

3.2.  Valutazione e gestione del rischio nelle strutture turistico-recettive 

Molti studi hanno dimostrato l’ampia diffusione del genere Legionella nei sistemi idrici delle strutture turistico- recettive e termali

Valutazione del rischio 

Per  un’efficace  prevenzione  è  d‟obbligo  che  il  gestore  di  ogni  struttura  turistico-recettiva effettui   con   periodicità   (biennale,   preferibilmente   annuale)   la   valutazione   del   rischio legionellosi, ovvero del rischio che nella struttura possano verificarsi uno o più casi di malattia.

La valutazione deve essere effettuata da una figura competente, responsabile dell‟esecuzione di tale attività (ad es. igienista, microbiologo, ingegnere con esperienza specifica, ecc.).

Una corretta valutazione del rischio correlato ad una struttura turistico -recettiva deve partire da   un‟ispezione   degli   impianti   a   rischio,   supportata,   qualora   disponibili,   dagli   schemi d’impianto aggiornati.

Tale analisi ispettiva deve essere finalizzata ad individuare i punti critici di ciascun impianto a rischio, in considerazione delle condizioni di esercizio e manutenzione che lo caratterizzano.

In  base  all’ispezione  ed agli schemi  d’impianto disponibili,  deve  essere  valutato  quali  siano  i punti  della  rete  (idrica  ed  aeraulica)  e  le  specifiche  d‟esercizio  e  di  controllo  che  possano determinare un rischio per gli ospiti e per i dipendenti della struttura.

Campionamento 

Il campionamento deve essere effettuato prima che venga attuato un qualunque intervento di disinfezione  o  pratica  preventiva  (pulizia  e/o  disinfezione  con  qualunque  metodo)  oppure  a distanza di un tempo congruo dalla sua esecuzione (rif. dopo circa 48 ore dall’avvenuta messa a regime dell’impianto post intervento).

5.     INDICAZIONI PER LA PROGETTAZIONE, LA REALIZZAZIONE E LA GESTIONE DEGLI IMPIANTI 

5.1.  Introduzione 

La prevenzione delle infezioni da Legionella si basa essenzialmente:

*    sulla corretta progettazione e realizzazione degli impianti tecnologici che comportano un riscaldamento   dell’acqua   e/o   la   sua   nebulizzazione   (impianti   a   rischio).   Sono considerati tali, in primis, gli impianti idro-sanitari, gli impianti di condizionamento con umidificazione dell’aria ad acqua, gli impianti di raffreddamento a torri evaporative o a condensatori  evaporativi,  gli  impianti  che  distribuiscono  ed  erogano  acque  termali,  le piscine e le vasche idromassaggio.

5.2.  Impianti idro-sanitari

5.3.  Impianti aeraulici 

Prese d’aria esterna

Le prese d‟aria esterna, se poste su pareti verticali non protette, devono essere dimensionate per  velocità  non  superiori  a  2  m/s  e  devono  essere  dotate  di  efficaci  sistemi  per  evitare  che l‟acqua penetri  al  loro interno.  Occorre  inoltre  che  siano  ubicate  ad  idonee distanze  (distanza minima 20 metri, preferibilmente superiore ai 50 metri o ancora superiore in presenza di venti prevalenti)  da  camini  e  da  altre  fonti  di  emissione  di  aria  potenzialmente  contaminata,  con particolare  riferimento  a  torri  di  raffreddamento,  condensatori  evaporativi  e  bocche  di espulsione dell‟aria dello stesso o di altri impianti aeraulici.

Filtri

Il costo di una filtrazione più efficace è molto inferiore a quello della pulizia dei componenti

delle  reti  di  distribuzione.  Si  consiglia  pertanto  di  installare  filtri  di  classe  Eurovent  EU7  a monte delle unità di trattamento dell’aria e ulteriori filtri di classe EU8/9 a valle di dette unità e comunque a valle degli eventuali silenziatori. Sui sistemi di ripresa dell‟aria dovrebbero essere installati filtri almeno di pari classe .

Ove  la  tipologia  dei  locali  o  della  struttura  lo  richieda  dovranno  essere  installati  filtri  a maggiore efficienza.

Sistemi di umidificazione 

Non  è  consentito  l‟utilizzo  di  sistemi  di  umidificazione  che  possono  determinare  ristagni d‟acqua.  Si  sconsiglia  l’uso  di  umidificatori  con  ricircolo  d’acqua  interno  all’Unità  di Trattamento dell‟Aria.

Batterie di scambio termico 

Nel  caso  di  batterie  di  raffreddamento,  le  superfici  alettate  ed  in  particolare  le  vasche  di raccolta   della   condensa   costituiscono   i   luoghi   dove   maggiormente   possono   proliferare microrganismi  e  muffe.  Risulta  pertanto  necessario  installare  vasche  dotate  della  dovuta inclinazione in modo da evitare ristagni, e realizzarle con materiali anticorrosivi per agevolarne la pulizia. Gli scarichi delle vasche devono essere adeguatamente sifonati.

Silenziatori 

I  materiali  fonoassorbenti  impiegati  di  solito  sono  del  tipo  poroso  e  fibroso,  e  quindi particolarmente  adatti  a  trattenere  lo  sporco  e  di  difficile  pulizia.  Si  raccomanda  quindi l’impiego  di  finiture  superficiali che limitino tali inconvenienti, anche  se questo  porta  ad  una maggiore  estensione  delle  superfici  e  quindi  a  costi  più  elevati.  Inoltre  si  raccomanda  di osservare le distanze consigliate dai costruttori tra tali dispositivi e gli umidificatori.

Canalizzazioni

Ai fini di una buona manutenzione delle condotte dell’aria occorre progettare, costruire ed installare i sistemi aeraulici tenendo anche presente le seguenti esigenze manutentive:

*    prevedere la possibilità di drenare efficacemente i fluidi usati per la pulizia

*   evitare  di  collocare  l‟isolamento  termico  all’interno  delle  condotte,  considerata  la

difficoltà di pulire in modo efficace l‟isolante stesso

*   dotare (a monte ed a valle) gli accessori posti sui condotti (serrande, scambiatori, ecc.) di apposite aperture di dimensioni idonee a consentire la loro pulizia, e di raccordi tali da consentirne  un  rapido  ed  agevole  smontaggio  e  rimontaggio,  assicurandosi  che  siano fornite accurate istruzioni per il montaggio e lo smontaggio dei componenti

*    ridurre   al   minimo   l‟uso   di   condotti   flessibili   corrugati   e   utilizzare   materiali sufficientemente solidi per permetterne una facile pulizia meccanica

*    utilizzare terminali smontabili per la mandata e il recupero dell‟aria.

5.4.  Impianti di raffreddamento a torri di evaporative e condensatori evaporativi

Il  rischio  è  collegato  alla  presenza  nell’acqua  di  Legionella  ed  alla dispersione in atmosfera di un aerosol contaminato, costituito da gocce di varie dimensioni.

L‟impianto  deve  essere  facilmente  accessibile  anche  nelle  parti  interne,  onde  favorirne l’ispezione  e  le  operazioni  di  manutenzione  ordinaria  e  straordinaria,  pulizia,  disinfezione  e campionamento.

5.5.  Gestione degli impianti idro-sanitari

Tutti  i  gestori  di  strutture  sanitarie,  di  ricovero,  recettive,  termali,  ad  uso  collettivo  ed industriali devono garantire l’attuazione delle seguenti misure di controllo:

a)   la temperatura dell’acqua fredda non dovrebbe essere > 20°C.

  1. se praticabile, ispezionare periodicamente l’interno dei serbatoi d’acqua fredda…
  2. ……….

5.6.  Gestione degli impianti aeraulici 

Durante l‟esercizio degli impianti è importante eseguire:

  • ispezioni tecniche per controllarne e rilevarne il corretto funzionamento…..
  • l‟ispezione igienico sanitaria deve verificare le condizioni dell‟impianto nel suo insieme, dalla presa d‟aria primaria, alle unità di trattamento dell‟aria (UTA), ai canali di mandata e di ripresa, fino alle bocchette di immissione in ambiente.
  • visite di controllo, con periodicità da definirsi anche in base alla valutazione del rischio, per verificarne le condizioni igienico-sanitarie nel suo complesso.

In  particolare  i  controlli  sono  da  eseguirsi  presso  le  seguenti  sezioni  dell‟impianto considerate più critiche:

Filtri 

Batterie di scambio termico  

Umidificatori dell’aria ambiente  

Umidificatori adiabatici  

Sanificazione dell’impianto 

Unità di trattamento aria

Tutte  le  batterie  di  scambio  termico,  le  vasche  di  raccolta  dell‟acqua  di  condensa,  gli umidificatori,  i  ventilatori,  le  serrande  e  le  griglie  devono  essere  puliti  utilizzando  uno  o  una combinazione dei seguenti metodi:

  • lance ad aria ad alta pressione.
  • sistemi a vapore.
  • apparecchiature ad acqua.
  • aspirazione con aspiratori dotati di filtri HEPA.
  • detergenti non aggressivi.
  • disinfettanti.
  • sistemi manuali.

Le  operazioni  di  pulizia  non  devono  causare  alcun  danno  apprezzabile,  né  provocare l‟erosione o la modifica della disposizione delle alette di passaggio dell’aria.

5.9.  Documentazione degli interventi 

I gestori di tutti gli impianti elencati sono tenuti a conservare la documentazione relativa a:

Ø    eventuali modifiche apportate a ciascun impianto a rischio

Ø    interventi  di  manutenzione  ordinari  e  straordinari,  relativi  al  controllo  del  rischio, applicati su ciascun impianto a rischio

Ø    operazioni di pulizia e disinfezione applicati su ciascun impianto a rischio.

Tale  documentazione  deve  essere  messa  a  disposizione  degli  Organi  di  Controllo,  quando richiesto.

D.Lgs. n. 81 del 09/04/2008

Testo Unico Sicurezza (G.U. 101 del 30/04/2008)

  • Il Datore di Lavoro ha l’obbligo di elaborare il documento relativo alla valutazione dei rischi e deve designare un Responsabile del Servizio di Protezione e Prevenzione (articolo 17 – pagina 18 / articolo 180-181 pag. 99 / Sanzioni: art. 55 pag. 47).
  • Il Progettista degli impianti deve rispettare i principi di prevenzione in materia di salute e sicurezza (art. 22 – pagina 22).
  • Gli impianti di aerazione devono essere sottoposti a regolare manutenzione tecnica, pulitura e sanificazione (Allegato IV- 1.9).
  • (previste sanzioni penali e amministrative).

Sintesi D.Lgs. n. 81 del 09/04/2008

Testo Unico Sicurezza (G.U. 101 del 30/04/2008)

Articolo 1 – Finalità 

1. Le disposizioni contenute nel presente decreto legislativo costituiscono attuazione dell’articolo 1 della Legge 3 agosto  2007,  n.  123(N),  per  il  riassetto  e  la  riforma  delle  norme  vigenti  in  materia  di  salute  e  sicurezza  delle lavoratrici e dei lavoratori nei luoghi di lavoro, mediante il riordino e il coordinamento delle medesime in un unico  testo  normativo.

Articolo 3 – Campo di applicazione 

1. Il presente decreto legislativo si applica a tutti i settori di attività, privati e pubblici, e a tutte le tipologie di rischio.

Articolo 13 – Vigilanza 

1. La vigilanza sull’applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è svolta dalla Azienda Sanitaria Locale competente per territorio e, per quanto di specifica competenza, dal Corpo nazionale dei Vigili  del  Fuoco,

CAPO III – GESTIONE DELLA PREVENZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO 

SEZIONE I – MISURE DI TUTELA E OBBLIGHI 

Articolo 15 – Misure generali di tutela 

1. Le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro sono:

a)   la valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza;

b)   la  programmazione  della  prevenzione,  mirata  ad  un  complesso  che  integri  in  modo  coerente  nella prevenzione  le  condizioni  tecniche  produttive  dell’azienda  nonché  l’influenza  dei  fattori  dell’ambiente  e dell’organizzazione del lavoro;

c)   l’eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico;

d)   il  rispetto  dei  principi  ergonomici  nell’organizzazione  del  lavoro,  nella  concezione  dei  posti  di  lavoro,  nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo;

e)   la riduzione dei rischi alla fonte;

f)    la sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è, o è meno pericoloso;

g)   la limitazione al minimo del numero dei lavoratori che sono, o che possono essere, esposti al rischio;

h)   l’utilizzo limitato degli agenti chimici, fisici e biologici sui luoghi di lavoro;

i)    la priorità delle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale;

l)    il controllo sanitario dei lavoratori;

m)  l’allontanamento  del  lavoratore  dall’esposizione  al  rischio  per  motivi  sanitari  inerenti  la  sua  persona  e l’adibizione, ove possibile, ad altra mansione;

n)   L’informazione e formazione adeguate per i lavoratori;

o)   l’informazione e formazione adeguate per dirigenti e i preposti;

p)   l’informazione e formazione adeguate per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;

q)   l’istruzioni adeguate ai lavoratori;

r)    la partecipazione e consultazione dei lavoratori;

s)   la partecipazione e consultazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;

t)    la  programmazione  delle  misure  ritenute  opportune  per  garantire  il  miglioramento  nel  tempo  dei  livelli  di sicurezza, anche attraverso l’adozione di codici di condotta e di buone prassi;

u)   le  misure  di  emergenza  da  attuare  in  caso  di  primo  soccorso,  di  lotta  antincendio,  di  evacuazione  dei lavoratori e di pericolo grave e immediato;

v)   l’uso di segnali di avvertimento e di sicurezza;

z)   la  regolare  manutenzione  di  ambienti,  attrezzature,  impianti,  con  particolare  riguardo  ai  dispositivi  di sicurezza in conformità alla indicazione dei fabbricanti.

Articolo 17 – Obblighi del datore di lavoro non delegabili 

1. Il datore di lavoro non può delegare le seguenti attività:

a)   la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento previsto dall’articolo 2823;

b)   la designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi;

Articolo 22 – Obblighi dei progettisti 

1. I progettisti dei luoghi e dei posti di lavoro e degli impianti rispettano i principi generali di prevenzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro al momento delle scelte progettuali e tecniche e scelgono attrezzature, componenti e dispositivi di protezione rispondenti alle disposizioni legislative e regolamentari in materia.

Sanzioni Penali 

Sanzioni per i progettisti 

• Art. 22: arresto fino a sei mesi o ammenda da 1.644,00 a 6.576,00 euro [Art. 57, co. 1]

Articolo 63 – Requisiti di salute e di sicurezza 

  1. I luoghi di lavoro devono essere conformi ai requisiti indicati nell’ALLEGATO IV.

(Sanzioni per il datore di lavoro :

• Art. 63, co 1, 2 e 3: La violazione è punita con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.096,00 a 5.260,80 euro)

Articolo 64 – Obblighi del datore di lavoro

1. Il datore di lavoro provvede affinché:

a)   i luoghi di lavoro siano conformi ai requisiti di cui all’articolo 63, commi 1, 2 e 3;

b)   le  vie  di  circolazione  interne  o  all’aperto  che  conducono  a  uscite  o  ad  uscite  di  emergenza  e  le  uscite  di emergenza siano sgombre allo scopo di consentirne l’utilizzazione in ogni evenienza;

c)   i luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi vengano sottoposti a regolare manutenzione tecnica e vengano eliminati, quanto più rapidamente possibile, i difetti rilevati che possano pregiudicare la sicurezza e la salute dei lavoratori;

d)   i luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi vengano sottoposti a regolare pulitura, onde assicurare condizioni igieniche adeguate;

e)   gli  impianti  e  i  dispositivi  di  sicurezza,  destinati  alla  prevenzione  o  all’eliminazione  dei  pericoli,  vengano sottoposti a regolare manutenzione e al controllo del loro funzionamento.

(Sanzioni per il datore di lavoro :

• Art. 64: arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.096,00 a 5.260,80 euro)

ALLEGATO IV 

REQUISITI DEI LUOGHI DI LAVORO

1.9. Microclima 

1.9.1. Aerazione dei luoghi di lavoro chiusi

1.9.1.1. Nei luoghi di lavoro chiusi, è necessario far sì che tenendo conto dei metodi di lavoro e degli sforzi fisici ai quali sono sottoposti i lavoratori, essi dispongano di aria salubre in quantità sufficiente ottenuta preferenzialmente con aperture naturali e quando ciò non sia possibile, con impianti di areazione.

1.9.1.2.  Se  viene  utilizzato  un  impianto  di  aerazione,  esso  deve  essere  sempre  mantenuto  funzionante.  Ogni eventuale guasto deve essere segnalato da un sistema di controllo, quando ciò è necessario per salvaguardare la salute dei lavoratori.

1.9.1.3. Se sono utilizzati impianti di condizionamento dell’aria o di ventilazione meccanica, essi devono funzionare in modo che i lavoratori non siano esposti a correnti d’aria fastidiosa.

1.9.1.4.  Gli  stessi  impianti  devono  essere  periodicamente  sottoposti  a  controlli,  manutenzione,  pulizia  e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori.

1.9.1.5. Qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all’inquinamento dell’aria

respirata deve essere eliminato rapidamente.

Accordo Stato Regioni e province autonome di Trento e Bolzano sancito il 07/02/13

Procedure operative per la valutazione e la gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria.

  • Registro degli interventi con data, nome del responsabile, tipo di intervento, data del prossimo intervento programmato.
  • Ispezione visiva e tecnica annuale con monitoraggio microbiologico e verifica legionella.
  • Sanificazione in presenza di patogeni al di sopra dei valori limite (come G.U. 252)

Sintesi Accordo Stato Regioni e province autonome

Accordo Stato Regioni e province autonome di Trento e Bolzano sancito il 07/02/13: Procedure operative per la valutazione e la gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria.

Il documento fornisce le indicazioni pratiche per la valutazione e la gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria e per la pianificazione degli interventi di manutenzione, ribadendo la necessità dell’istituzione di un registro degli interventi effettuati sull’impianto e fornisce una check-list delle verifiche oggetto dell’ispezione visiva che unitamente ad un modello di rapporto dei risultati dell’ispezione tecnica dovranno essere allegati al suddetto registro.

Ispezione visiva: l’esame consiste nel valutare lo stato igienico di alcuni punti critici dell’impianto, con frequenza annuale o secondo le criticità emerse.

Ispezione tecnica: prevede normalmente campionamenti e/o controlli tecnici sui componenti dell’impianto al fine di valutarne l’efficienza, lo stato di conservazione e le condizioni igieniche.

Monitoraggio microbiologico dell’impianto: i risultati devono essere riportati in un rapporto scritto nel quale si indica la data dell’intervento, il nome del Responsabile del servizio, la tipologia d’intervento, la data del prossimo intervento programmato.

Verifica Legionella: la carica batterica totale nell’acqua della sezione di umidificazione non deve avere valori superiori a 103 UFC/L: se si supera questa soglia, effettuare l’intervento di sanificazione e dopo 15 giorni valutare nuovamente la carica batterica totale per verificare l’efficacia dell’intervento eseguito. Se la carica batterica rimane alta, ripetere l’intervento di sanificazione. Se la carica batterica è sotto la soglia, ripetere i controlli dopo 3 e dopo 6 mesi.

Monitoraggio microbiologico dei componenti dell’impianto: punti di prelievo consigliati per i campionamenti microbiologici:

  • Condotte di mandata e riprese, se è previsto il ricircolo
  • Ventilatori
  • Batterie di scambio termico
  • Pareti interne UTA

L’eventuale riscontro di patogeni comporta sempre l’intervento di sanificazione.

La quantità di particolato depositato nelle condotte non dovrebbe superare 1 g/m2

Il limite massimo accettabile dopo l’intervento di pulizia è di 0,075 g/m2 di particolato depositato.

La carica batterica sulla polvere non deve superare le 30.00 UFC/g

La carica fungina sulla polvere non deve superare le 15.00 UFC/g

Il superamento di detta soglia comporta l’intervento di sanificazione.

Decreto del Presidente della Repubblica N. 74/2013 (G.U. 55 del 07/03/2014)

Modelli di libretto di impianto per la climatizzazione e di rapporto di efficienza energetica

Nuovo modello di libretto di impianto per la climatizzazione e di rapporto di efficienza energetica obbligatorio a partire dal 1° giugno 2014.


Decreto 19 maggio 2010 – I nuovi modelli per la redazione della DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’

Il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 19 maggio 2010 – pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 161 del 13 luglio 2010 –  che è entrato in vigore dal 28/07/2010

Riporta i nuovi modelli per la redazione della DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’ relativi al decreto 37 del 22/01/2008 (riordino delle disposizioni in materia di attivita’ di installazione degli impianti all’interno degli edifici)


Repubblica italiana – Decreto direttoriale 27 luglio 2016

Misure compensative per il riconoscimento delle qualifiche professionali (DM 37-2008, art. 1, lett. c), d) ed e)

Disposizioni per l’applicazione delle misure compensative al fine del riconoscimento della qualifiche professionali: attività di installazione di impianti tecnologici negli edifici, riscaldamento, climatizzazione, condizionamento, refrigerazione; idrici e sanitari; distribuzione e utilizzazione di gas di qualsiasi tipo, comprese le opere di evacuazione dei prodotti della combustione e ventilazione ed aerazione dei locali.


D.P.R. 74/2013

L’esercizio, la conduzione, il controllo, la manutenzione e l’ispezione degli impianti termici

Il decreto definisce i criteri generali in  materia  di esercizio, conduzione,  controllo,  manutenzione  e  ispezione  degli impianti termici per la climatizzazione  invernale  ed  estiva  degli edifici, per  la  preparazione  dell’acqua  calda  per  usi  igienici sanitari,  nonché  i  requisiti  professionali  e   i   criteri   di accreditamento per  assicurare  la  qualificazione  e  l’indipendenza degli esperti e degli organismi cui affidare i compiti  di  ispezione degli impianti di climatizzazione. Vedasi art. 7. All’art. 11 sono indicate le sanzioni.


Repubblica italiana -Decreto 22 gennaio 2008, N. 37

Riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici

Regolamento concernente l’attuazione dell’art. 11-quterdecies, comma 13, lettera a) della legge 248 del 02 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici (g.u. n. 61 del 12-03-2008)

Nuovo regolamento che va a superare la legge 46/1990.


Repubblica italiana – Decreto 31 marzo 2003 – (GU n. 86 del 12-04-2003)

Requisiti di reazione al fuoco dei materiali costituenti le condotte di distribuzione e ripresa dell’aria degli impianti di condizionamento e ventilazione.

Decreto che parifica per la prevenzione incendi il canale in lamiera isolata esternamente ed il canale in pre-isolato.

Nel testo si legge, tra l’altro:

  • Le  condotte sono realizzate in materiale di classe di reazione al fuoco 0 (zero).
  • Nel  caso  di  condotte  preisolate,  realizzate  con  diversi componenti  tra  loro  stratificati  di  cui  almeno uno con funzione isolante,  e’  ammessa la classe di reazione al fuoco 0-1 (zero-uno).
  • Le  condotte di classe 0 (zero) sono rivestite esternamente con materiali  isolanti di classe di reazione al fuoco non superiore ad 1 (uno).

Repubblica italiana Legge 05 marzo 1990, N. 46  Norme per la sicurezza degli impianti (G.U. N. 59 DEL 12-03-1990)

Legge parzialmente abrogata da Legge 248 del 02-12-2005 e relativo regolamento emanato con Decreto 22-01-2008, n. 37


Repubblica italiana DM 18 dicembre 1975 – edifici scolastici – (GU 2 febbraio 1976 n. 29)

Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica, ivi compresi gli indici di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica, da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica

Vengono indicati i parametri di temperatura e umidità relativa degli ambienti, la purezza dell’aria, il trattamento dell’aria esterna.

Articoli relativi agli impianti di climatizzazione/ricambio aria: 5.3.11 e seguenti


Repubblica italiana – Linee guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico-ricettive e termali  (G.U. N.28

Del 04/02/2005)

Indicazioni tecniche in merito alla gestione e controllo del problema legionella soprattutto negli impianti e nelle strutture alberghiere.

Dalla pagina 54 della Gazzetta Ufficiale vengono date le indicazioni che si ispirano alle norme tecniche e interventi di bonifica individuati dalle norme nazionali ed europee.


Repubblica italiana D.M. 9 agosto 2016

Pubblicazione del decreto del ministero dell’Interno 9 agosto 2016 sulla Gazzetta Ufficiale del 23 agosto 2016, n. 196

Norme tecniche di prevenzione incendi riguardanti le attività ricettive turistico-alberghiere e relativo Allegato

Approvate le norme tecniche di prevenzione incendi per  le attività ricettive turistico – alberghiere.


Repubblica italiana – Conferenza Stato-Regioni – Accordo 16 gennaio 2003

Gazzetta Ufficiale 3 marzo 2003, n. 51

Accordo tra il Ministro della salute, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sugli aspetti igienico-sanitari per la costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle piscine a uso natatorio.

Nel 2003 la conferenza Stato regioni e provincie Autonome di Bolzano e Trento ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale un Accordo in merito alla gestione e controllo di piscine e centri natatori.

Per la qualità dell’aria e per il benessere di nuotatori e pubblico al punto 1.6 si riportano alcune note in merito a umidità relativa, velocità dell’aria e quantità di aria di rinnovo minima prevista. Al Punto 6) Controlli Interni si richiama la necessità di redigere un documento di Valutazione del Rischio in cui è considerata ogni fase che potrebbe rivelarsi critica nella gestione dell’attività.


Repubblica italiana regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio degli asili nido

Gazzetta Ufficiale n° 174 del 29/07/2014

Le disposizioni contenute nel presente decreto si applicano  per la progettazione, la costruzione  e  l’esercizio  degli  asili  nido, ai fini della prevenzione incendi.

Ai fini della prevenzione incendi con i raggiungimenti degli obbiettivi di sicurezza relativi alla salvaguardia delle persone e alla tutela dei beni contro i rischi di incendio, le attività inerenti alla progettazione, costruzione e esercizio degli asili nido vengono regolamentate nel nuovo Decreto del 16 luglio 2014.

Tra i vari obbiettivi c’è ovviamente anche quello di limitare la produzione e la propagazione di un incendio attraverso la realizzazione di impianti progettati a regola d’arte che evitino il ricircolo dei prodotti della combustione o di altri gas ritenuti pericolosi e che non costituiscano elemento di propagazione di fumi e/o fiamme, anche nella fase iniziale degli incendi.


 Repubblica italiana – Rep.Atti n. 124 del 18 novembre 2010

Gazzetta Ufficiale n. 9 del 13 gennaio 2011 schema di linee di indirizzo per la prevenzione nelle scuole dei fattori di rischio indoor per allergie e asma

Il documento richiama la necessità di garantire il miglioramento della salubrità e sicurezza degli edifici scolastici, con particolare riferimento all’aria indoor, al fine di contrastare l’incidenza delle patologie nell’infanzia e adolescenza e diminuire il loro impatto sanitario e socio-economico.

Viene riconosciuta la carenza di regolare manutenzione e il cattivo condizionamento dell’aria negli edifici scolastici.

Nella Parte II, punto 7) si richiama la necessità di verificare regolarmente il funzionamento e la manutenzione degli impianti di riscaldamento, aerazione o condizionamento.

Al paragrafo 5.2.2 si auspica il monitoraggio della qualità dell’aria e dei contaminanti microbiologici.

Al punto 5.2.3.1  e 5.2.6 si indica la necessità di assicurare una regolare e corretta manutenzione degli impianti suddetti.

Al punto 5.2.5 si definiscono i criteri di progettazione di edifici scolastici nuovi e il risanamento e manutenzione degli edifici esistenti.


Ministero ambiente – “qualità dell’aria nelle scuole: un dovere di tutti, un diritto dei bambini” – Pubblicazione del 2010

Nel documento sono raccolte informazioni sulla qualità dell’aria nelle scuole e i rischi per la salute degli occupanti e dei bambini in primis.

Si riconosce che il degrado della qualità dell’aria può essere causato da una erronea gestione, mantenimento o pianificazione o installazione di sistemi di ventilazione e riscaldamento.

Si consiglia di preferire, invece dei termosifoni, condizionatori d’aria muniti di fltri HEPA in grado di filtrare dall’aria oltre il 99,9% delle particelle di polvere superiori a 0,1-0,3 micrometri, quindi virus, polveri respirabili, uova di acari, pollini, particelle di fumo, amianto, batteri, aerosol.


Repubblica italiana atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei

(D.Llgs. n. 112/98 art. 150 comma 6)

Il Ministero per i beni e le attività culturali nel documento prende in esame molti aspetti pratici e tecnici per la gestione, la fruizione e la conservazione di opere d’arte e musei

Tra gli aspetti trattati è inserito anche il microclima,  la gestione della qualità dell’aria indoor, gli inquinanti aerodispersi, l’umidità relativa e le temperature relative alle varie tipologie di beni da conservare. Gli inquinanti aerodispersi pericolosi sono, ad esempio, Biossido di Zolfo, Biossido di Azoto, Ozono, Particolato sottile (esempio PM10), come indicato alle pagine 126 e 127 del documento.


Repubblica italiana – regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio delle attività di aerostazioni

con superficie coperta accessibile al pubblico superiore a 5000mq

 Gazzetta Ufficiale n° 173 del 28/07/2014

Nel documento vengono regolamentate  le attività inerenti alla progettazione, costruzione e esercizio delle aerostazioni ai fini della prevenzione incendi.

Tra i vari obbiettivi c’è naturalmente anche quello di limitare la produzione e la propagazione di un incendio attraverso la realizzazione di impianti progettati a regola d’arte che evitino il ricircolo dei prodotti della combustione o di altri gas ritenuti pericolosi e che non costituiscano elemento di propagazione di fumi e/o fiamme, anche nella fase iniziale degli incendi.


Repubblica italiana – decreto 14 gennaio 1997 (detto decreto Bindi)

Decreto del Presidente della Repubblica recante requisiti minimi impiantistici per le sale operatorie e principali reparti ospedalieri.

Per requisiti minimi impiantistici si fa riferimento alle dotazioni minime previste e ai parametri di resa prestazionale minima degli impianti.

A pagina 18 e seguenti si indicano i requisiti minimi per i reparti operatori, zona travaglio e parto, unità di rianimazione e terapia intensiva con le relative caratteristiche igrotermiche e ricambi/ora.


Repubblica italiana – Decreto ministeriale 05 agosto 1977 (G.U. 236 del 31-08-1977)

Determinazione dei requisiti tecnici sulle case di cura private.

All’articolo 11 (pag. 6360)  del documento – Condizioni microclimatiche – vengono indicati i minimi impiantistici e le richieste minime  in merito ai parametri ambientali per il benessere termoigrometrico di pazienti e personale come la temperatura, l’umidità relativa, il numero di ricambi/ora.


Repubblica italiana – Decreto del presidente del consiglio 27 giugno 1986

Atto d’indirizzo e coordinamento dell’attività amministrativa delle Regioni in materia di requisiti delle case di cura private.

All’articolo 14 vengono indicate le condizioni microclimatiche relative ai vari locali e servizi delle case di cura private.


Repubblica italiana – Decreto del ministro dell’Interno 18 settembre 2002

Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio delle strutture sanitarie, pubbliche e private.

Al paragrafo 5.4 si citano gli  impianti di condizionamento e ventilazione con le caratteristiche per la prevenzione incendi.


Repubblica italiana – Circolare del ministero dell’interno prot. 5981 del 09/06/2009 – 032101 01 4122 056 del 09/06/2009

Oggetto: requisiti di reazione al fuoco dei materiali costituenti le condotte di distribuzione dell’aria degli impianti di condizionamento e ventilazione

Destinatari:

  • direzioni regionali dei vigili del fuoco
  • comandi provinciali dei vigili del fuoco

Viene precisato che le condotte devono essere in classe A1 di reazione al fuoco, secondo il sistema di classificazione europeo, ovvero classe 0 secondo la classificazione italiana.


Notiziario Istituto Superiore di Sanità N. 9 del settembre 2010

Rapporto annuale sulla Legionellosi in Italia del 2009.

Sono analizzati i dati relativi ai casi di legionellosi diagnosticati in Italia nel 2009 e notificati al Registro Nazionale delle legionellosi presso l’ISS.

Complessivamente sono pervenute all’Istituto Superiore di Sanità 1.200 schede di sorveglianza relative ad altrettanti casi di legionellosi.


Regione Veneto – Deliberazione della giunta regionale n. 11 del 09 gennaio 2013

Allegato A alla Dgr n. 11 del 09 gennaio 2013 – Nuovi indirizzi regionali per tutelare la salute della popolazione in connessione alle attività di tatuaggio e piercing.

Nell’allegato A (pag. 195) si leggono indicazioni pratiche in merito ai requisiti minimi igienico-sanitari dei locali e fra le altre indicazioni, vi è la necessità di areazione dei locali con dei minimi ben indicati.

Revisione della DGR n. 2401 del 14/10/2010 in materia di tatuaggio e piercing.


Regione Lombardia – Decreto 1751/2009 D.D.G. 24/02/2009 N. 1751

Linee guida prevenzione e controllo legionellosi in Lombardia (direzione generale sanità)

Bollettino Ufficiale Regione Lombardia 09/03/2009 –

All’articolo 2.2.1 vengono citati gli impianti di climatizzazione.


Regione Emilia Romagna – Estratto di delibera di giunta N. 1115

Linee guida regionali per la sorveglianza e il controllo della legionellosi

Estratto di delibera di giunta Regionale dell’Emilia romagna n. 1115 del 21 luglio 2008 pubblicata sul bollettino Ufficiale n. 147 del 22 agosto 2008, nel quale si richiama la periodicità degli interventi di manutenzione e controllo degli impianti e si danno indicazioni per la progettazione di nuovi impianti.


Savignano al Rubicone – Ordinanza N. 101 del 31/10/2012 – COMUNE DI SAVIGNANO SUL RUBICONE (Provincia di Forlì-Cesena)

Ordinanza con la quale si richiamano i documenti apparsi in gazzetta Ufficiale Nazionale (Linee Guida 2000, 2001, 2005 e 2006), in Gazzetta Ufficiale Regionale al fine di ricordare e ribadire l’importanza del controllo e dell’analisi del rischio anche in merito agli impianti di climatizzazione in merito alla Legionella.

L’ordinanza che si occupa in maniera specifica di strutture ricettive e turistiche e di accoglienza in genere, inoltre, sottolinea che la valutazione del rischio deve essere ripetuta periodicamente tenendola costantemente aggiornata. L’ordinanza individua anche la necessità di nominare un responsabile per la gestione del rischio specifico legionella. Altro dato interessante dell’ordinanza è la necessità di dotarsi di registro per annotazione di tutti gli interventi di monitoraggio e manutenzione eseguiti su impianti aeraulici.


Comacchio – Ordinanza N. 276 del 16/07/2011 – Prot. 35447– Comune  di Comacchio (FE)

Prevenzione della legionellosi

L’ordinanza recepisce le Linee Guida regionali per la prevenzione della legionellosi e l’applicazione delle norme relative.


Sassuolo – Ordinanza n. 84/12 del 16/02/2012 – Città di Sassuolo (MO)

Sorveglianza e il controllo della legionellosi. 

Si pone particolare attenzione alla salubrità degli impianti a servizio di strutture turistico recettive, termali, sanitarie, socio sanitarie e socio-assistenziali, centri benessere, piscine e strutture ad uso collettivo. L’ordinanza richiama l’importanza di dotarsi di un registro degli interventi effettuati sugli impianti e dà mandato al Dipartimento di Sanità Pubblica  – servizio igiene pubblica dell’azienda Uls di Modena – Distretto di Sassuolo ed il comando di Polizia Municipale per effettuare i controlli relativi.


Comune di  Gatteo (Provincia di Forlì Cesena) – Ordinanza n° 1 del 15/01/2013 per la sorvegliabilità e il controllo della legionellosi

Ordinanza per la sorvegliabilità e il controllo della legionellosi, dato che le infezioni da legionella sono considerate un problema emergente in sanità pubblica e sottoposte a sorveglianza speciale da parte della Organizzazione Mondiale della Sanità. Viene ordinato ai gestori delle strutture turistico ricettive, termali, sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali,  centri benessere, piscine ed altre strutture ad uso collettivo di effettuare periodicamente l’analisi del rischio, di nominare un responsabile per la gestione del rischio, di dotarsi del registro degli interventi effettuati sugli impianti e di mettere a disposizione degli organi ispettivi, quando richiesta, la documentazione sopra indicata.


Regione Veneto – Manuale per la prevenzione delle malattie infettive nelle comunità infantili e scolastiche

Pubblicazione (anno 2010) dell’assessorato alla sanità della Regione Veneto – Direzione Prevenzione

La pubblicazione fornisce una panoramica molto vasta di quelle che sono le patologie più comuni ed i rimedi da utilizzare nel caso si manifestino.

Il manuale presenta numerosi elementi di spunto utili sia per gli operatori del settore, insegnanti e personale non docente, che per i tecnici incaricati di realizzare i progetti dei nuovi edifici. La pubblicazione fornisce anche una panoramica delle patologie legate ad agenti chimici, fisici o microbiologici  aerotrasportati: il documento suggerisce di aerare abbondantemente i locali ed evitare la diffusione della patologia agli altri occupanti e non fa cenno alla possibilità di utilizzare sistemi di ventilazione meccanica.


Regione Lombardia – Linee guida per la prevenzione delle esposizioni al gas Radon in ambiente indoor – anno 2011

Queste linee guida intendono rappresentare uno strumento operativo per i Comuni, per i progettisti e per i costruttori di edifici e mirano a fornire indicazioni e suggerimenti riguardanti la realizzazione di nuovi edifici radon-resistenti

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), organizzazione tecnico scientifica dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), già dagli anni ‘90, ha classificato il gas radon tra i cancerogeni accertati del gruppo I, per i quali vi è massima evidenza di cancerogenicità, fornendo indicazioni circa la necessità di intervenire sulle concentrazioni elevate di gas radon.

Nel documento vengono indicate le azioni per ridurre l’esposizione al gas radon nel caso di edifici esistenti, anche in sinergia con gli interventi finalizzati al risparmio energetico.

Per determinare la concentrazione di radon presente in un locale ci si può rivolgere all’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente ARPA della propria regione. Gli strumenti di misura (dosimetri) vanno posizionati preferibilmente nei locali dove si soggiorna più a lungo.


Inail- Quaderni per la Salute e Sicurezza – Edizione 2016: Le piscine

Il Quaderno, coniugando gli adempimenti tecnico-normativi e gli aspetti organizzativi e comportamentali con le misure di preven-zione, vuole fornire un supporto agli utenti e al personale in merito alla tutela della salute ed alla sicurezza degli stessi nelle piscine

Le disposizioni di sicurezza sugli impianti partono dal presupposto che i soggetti da proteggere sono i frequentatori, i bagnanti e gli addetti. Il responsabile della piscina, ai sensi del D.Lgs. 81/2008 e successive modifiche, deve redigere il Documento di valutazione dei rischi.


Inail – Sicurezza e benessere nelle scuole

Indagine sulla qualità dell’aria nelle scuole e sull’ergonomia.

La realizzazione del progetto ha previsto la partecipazione di professionisti

INAIL e di un RSPP, libero professionista, specializzati nelle aree tematiche

di interesse, connesse alle diverse tipologie di rischio oggetto dei monitoraggi, fra cui la qualità dell’aria (IAQ – trattata nel paragrafo 4.1) e l’ergonomia degli ambienti (paragrafo 4.2) e i relativi interventi di prevenzione.

Vengono richiamati i Decreti e le Leggi che regolano gli aspetti legati ai requisiti di sicurezza e comfort negli ambienti scolastici.

Nella Tabella 4.1.1.2 – Sorgenti di contaminazione microbiologica indoor- vengono identificati anche gli impianti di condizionamento quali potenziali serbatoi di germi, se non correttamente manutenzionati.

Nella Tabella 4.1.1.4  vengono indicati i requisiti necessari per una buona gestione della qualità dell’aria a scuola (assenza di muffe nell’edificio scolastico , adeguato sistema di pulizia e manutenzione, adeguato controllo dei sistemi di ventilazione).


Inail – Gestione del sistema sicurezza e cultura della prevenzione nella scuola

INAIL e il Ministero dell’Università e della Ricerca hanno pubblicato il manuale che affronta il tema della salute e della sicurezza sul lavoro nella scuola, andando a esplorare diversi argomenti, tra i quali la manutenzione periodica degli impianti aeraulici.

Affrontare il tema della salute e sicurezza sul lavoro nella scuola andando oltre il semplice aspetto formale degli adempimenti ha implicazioni rilevanti: significa garantire condizioni di sicurezza per gli allievi e il personale e nel contempo lavorare sul versante educativo al fine di promuovere sensibilità, competenze e comportamenti consapevoli e sicuri.

Nel paragrafo 4.3 viene affrontato l’argomento relativo alle condizioni microclimatiche e si evidenzia la necessità di avere un impianto progettato, costruito e installato correttamente, tale da evitare condizioni favorevoli alla proliferazione dei batteri, e provvisto di zone di accesso per gli interventi di pulizia, manutenzione e ispezione.


Inail – Realizzazione alla regola dell’arte degli impianti di ventilazione nelle sale di Risonanza Magnetica. Edizione 2012

Criticità indicazioni e proposte operative per la gestione della sicurezza

L’impianto di ventilazione deve rispondere a criteri progettuali e realizzativi che tengano conto dell’elevata specificità e delle particolari condizioni operative presenti nelle sale di diagnostica con risonanza, le quali attengono principalmente alla presenza del campo magnetico statico permanente all’interno della sala stessa.

Scopo del documento è di dare un’indicazione operativa chiara agli addetti al settore, supportando contestualmente gli Esperti Responsabili, al fine di consentire la

progettazione e realizzazione d’impianti aeraulici destinati ad ambienti nei quali trovano posto apparecchiature di risonanza magnetica con magneti superconduttori.

I reparti di medicina nucleare basano la loro attività sull’uso di radiazioni. Per questo i reparti di Medicina Nucleare devono essere realizzati con molte accortezze tecniche sia per la protezione degli operatori che per la protezione di pazienti, accompagnatori e persone che anche involontariamente si avvicinano a questi reparti.

Per quanto riguarda gli impianti di ventilazione tra i parametri più importanti ricordiamo i ricambi ora che devono essere garantiti con riferimento alle varie zone del reparto stesso.

I parametri di riferimento, visto la pericolosità degli isotopi lavorati in medicina nucleare, sono molteplici: portata aria, sovrapressioni, umidità relative, contaminazione microbiologica e radioattiva, … Risulta quindi estremamente importante verificare che tutti gli impianti e le attrezzature svolgano costantemente al meglio la loro attività attraverso validazioni periodiche secondo norme tecniche UNI 10491, ISO 14644, …


QUADRO NORMATIVO UNI

UNI 10339: 1995

Impianti aeraulici al fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole per la richiesta d’offerta, l’offerta, l’ordine e la fornitura.

Fornisce una classificazione degli impianti, la definizione dei requisiti minimi e i valori delle grandezze di riferimento durante il funzionamento. Si applica agli impianti aeraulici destinati al benessere delle persone, comunque installati in edifici chiusi, con esclusione: -degli impianti per la climatizzazione invernale degli edifici adibiti ad attività industriale o artigianale (per i quali si applica la UNI 8852); – degli impianti destinati a scopi diversi, per esempio quelli per la conservazione di prodotti deteriorabili e/o per la realizzazione di condizioni adatte a particolari lavorazioni industriali (impianti di processo); -degli impianti di solo riscaldamento invernale e raffrescamento estivo senza immissione meccanica di aria esterna.


UNI 10749

Gestione dei materiali per la manutenzione

UNI 10749: pubblicate le parti da 1 a 6 sulla gestione dei materiali per la manutenzione

La commissione tecnica Manutenzione ha pubblicato le norme UNI 10749, dalla parte 1 alla parte 6: esse forniscono una guida per la gestione dei materiali per la manutenzione.

La UNI 10749-1 illustra gli aspetti generali nella gestione dei materiali per la manutenzione e fornisce alcuni esempi sulla collocazione della funzione “gestione dei materiali tecnici” in un organigramma aziendale e i suoi possibili collegamenti con altre funzioni, al fine di orientare ad una scelta.

La UNI 10749-2 fornisce dei criteri di classificazione, codifica e unificazione al fine di permettere dei raggruppamenti omogenei di oggetti o entità e l’analisi degli stessi.

La UNI 10749-3 fornisce una guida sui criteri per la selezione dei materiali tecnici da gestire per la manutenzione ed illustra i fattori interni ed esterni che influenzano tali criteri.

La UNI 10749-4 fornisce indicazioni sui criteri di gestione dei materiali tecnici per la manutenzione e i metodi che possono essere utilizzati per la definizione dei parametri gestionali che contribuiscono a determinare la consistenza delle giacenze.

La UNI 10749-5 fornisce una guida per l’approvvigionamento, controllo e collaudo dei materiali tecnici per la manutenzione.

La UNI 10749-6 fornisce indicazioni sui metodi e i criteri che possono essere utilizzati per la determinazione dei valori unitari di carico, scarico e giacenza dei materiali a magazzino.

La serie della UNI 10749, parti da 1 a 6, del 2017 ritira e sostituisce la serie del 2003.


UNI EN 12237: 2004

Ventilazione degli edifici – Reti delle condotte – Resistenza e tenuta delle condotte circolari di lamiera metallica

La presente norma è la versione ufficiale in lingua inglese della norma europea EN 12237 (edizione aprile 2003). La norma specifica i requisiti e i metodi di prova relativi alla resistenza e alla tenuta delle condotte circolari utilizzate negli impianti di condizionamento e ventilazione degli edifici.

………………………………………………………………………….

UNI EN 12097: 2007

Ventilazione degli edifici – rete delle condotte. – Requisiti relativi ai componenti atti a facilitare la manutenzione delle reti delle condotte

Data entrata in vigore : 13 settembre 2007

Sommario : La presente norma è la versione ufficiale in lingua inglese della norma europea EN 12097 (edizione settembre 2006). La norma specifica i requisiti relativi a dimensioni, forma e criteri di collocazione delle botole di accesso per la pulizia e la manutenzione nei sistemi di reti delle condotte, conformi alla UNI EN 1505, UNI EN 1506 e UNI EN 13180.


UNI EN ISO 14644-14: 2016

Criteri di realizzazione per camere bianche

La norma specifica una metodologia per valutare l’idoneità di attrezzature da utilizzare nelle camere bianche ed ambienti controllati associati per quanto concerne il grado di pulizia da particelle aeroportate così come specificata nella ISO 14644-1. La dimensione delle particelle varia da 0,1 µm ad uguale o maggiore di 5 µm (come specificato nella ISO 14644-1).


UNI EN 15240: 2008

Ventilazione degli edifici – Prestazione energetica degli edifici – Linee guida per l’ispezione degli impianti di climatizzazione

La presente norma è la versione ufficiale in lingua inglese della norma europea EN 15240 (edizione aprile 2007). La norma descrive la metodologia comune per l’ispezione degli impianti di climatizzazione presenti negli edifici per il raffrescamento o il riscaldamento dei locali dal punto di vista del consumo energetico. L’ispezione può per esempio prendere in considerazione gli aspetti evidenziati qui di seguito per valutare la prestazione energetica ed il corretto dimensionamento del sistema:- conformità dell’impianto rispetto al progetto originale ed a eventuali modifiche, alle reali esigenze ed allo stato attuale dell’edificio;- corretto funzionamento dell’impianto;- funzione e regolazione dei diversi parametri di controllo;- funzione e posizionamento dei diversi componenti;- potenza assorbita e potenza utile fornita. Non è prevista una verifica completa dell’impianto di condizionamento dell’aria ma una corretta valutazione del suo funzionamento e dell’impatto sul consumo di energia determinando di conseguenza prescrizioni per il suo miglioramento o per l’utilizzo di soluzioni alternative.


UNI EN 13779: 2008

Ventilazione degli edifici non residenziali. Requisiti di prestazione per i sistemi di ventilazione e di climatizzazione.

La presente norma è la versione ufficiale della norma europea EN 13779 (edizione aprile 2007) e tiene conto delle correzioni introdotte il 9 maggio 2007. La norma si applica alla progettazione e alla realizzazione dei sistemi di ventilazione e climatizzazione per gli edifici non residenziali caratterizzati dall’occupazione umana, ad esclusione delle applicazioni in processi industriali. La norma definisce i principali parametri rilevanti per tali impianti. La norma non si occupa degli edifici a ventilazione naturale.


UNI EN 15780: 2011

Ventilazione degli edifici- condotti-pulizia dei sistemi di ventilazione.

Data entrata in vigore: 24 novembre 2011

Sommario: La presente norma è la versione ufficiale in lingua inglese della norma europea EN 15780 (edizione ottobre 2011). La norma si applica a sistemi di ventilazione e condizionamento sia nuovi sia esistenti e specifica i criteri di valutazione della pulizia e le procedure di pulizia di questi sistemi; la validazione dell’efficacia della pulizia si applica anche ai prodotti, conformi alle UNI EN 1505, UNI EN 1506, UNI EN 13053, UNI EN 13180 e UNI EN 13403, utilizzati in impianti di condizionamento e ventilazione di ambienti con presenza di persone. La norma non si applica a impianti al servizio di processi industriali. La presente norma europea specifica i requisiti generali e le procedure necessarie nella valutazione e nel mantenimento della pulizia nei condotti di ventilazione, inclusi:- la classificazione della qualità della pulizia;- come valutare la necessità di pulizia (visualizzazione, misure);- la frequenza del controllo (guida generale): guida del sistema di ispezioni in conformità alle UNI EN 15239 e UNI EN 15240, se rilevante;- scelta del metodo di pulizia, per essere in linea con la consegna della documentazione secondo la UNI EN 12599;- come valutare i risultati della pulizia.


UNI EN 779: 2012

Filtri d’aria antipolvere per ventilazione generale. Determinazione della prestazione di filtrazione.

Data entrata in vigore : 07 giugno 2012

Sommario : La norma contiene i requisiti che devono essere soddisfatti dai filtri antipolvere. Essa descrive i metodi di prova e il banco di prova per misurare le prestazioni di un filtro.

La presente norma europea si applica ai filtri d’aria con un’efficienza iniziale minore del 98% rispetto a particelle di 0,4 micron. I filtri devono essere sottoposti a prova con una portata d’aria compresa tra 0,24 m3/s (850 m3/h) e 1,5 m3/s (5 400 m3/h).


UNI EN 13269: 2016

Manutenzione – Linee guida per la preparazione dei contratti di manutenzione

Data entrata in vigore: 16 giugno 2016

Sommario: La presente norma offre una guida per la preparazione di contratti per lavori di manutenzione.

Può essere applicata a:

  • rapporti tra società/assuntore di nazioni diverse e della stessa nazione;
  • attività di manutenzione e tutti i servizi ad essa connessi inclusa la pianificazione, la gestione e il controllo dei lavori;
  • qualsiasi componente, fatta eccezione per il software informatico, a meno che il software non debba essere gestito come parte integrante o unitamente all’apparecchiatura tecnica.

La norma:

  • non fornisce moduli standard per contratti di manutenzione;
  • non stabilisce diritti e obblighi tra società e assuntore;
  • non fornisce regole per accordi con la pubblica amministrazione.

UNI EN 15251: 2008

Criteri per la progettazione dell’ambiente interno e per la valutazione della prestazione energetica degli edifici, in relazione alla qualità dell’aria interna, all’ambiente termico, all’illuminazione e all’acustica.

La presente norma è la versione ufficiale in lingua inglese della norma europea EN 15251 (edizione maggio 2007). La norma specifica:- i parametri relativi all’ambiente interno che influiscono sulla prestazione energetica degli edifici;- la modalità per definire dei parametri di input relativi all’ambiente interno per la valutazione dell’edificio inteso come sistema e per i calcoli della prestazione energetica;- i metodi per la valutazione a lungo termine dell’ambiente interno ottenuta, a partire dal calcolo o da risultati di misure;- i criteri di misurazione che potrebbero essere utilizzati, se necessario, per valutare la conformità per mezzo di un’ispezione;- i parametri da utilizzare ed esporre negli ambienti interni negli edifici esistenti; – il modo in cui le diverse categorie di criteri relativi all’ambiente interno possono essere utilizzate, anche se non impone i criteri che devono essere utilizzati. La norma si applica essenzialmente agli edifici non industriali per cui i criteri relativi all’ambiente interno sono definiti dall’occupazione umana, in cui l’attività produttiva o di processo non abbia un impatto sostanziale sull’ambiente interno. La norma è applicabile ai tipi di edificio seguenti: abitazioni individuali, condomini, uffici, scuole, ospedali, alberghi e ristoranti, impianti sportivi, edifici ad uso commerciale all’ingrosso e al dettaglio.


UNI EN 1093-4: 2008

Sicurezza del macchinario – Valutazione dell’ emissione di sostanze pericolose trasportate dall’aria

Parte 4: Rendimento della captazione di un impianto di aspirazione – Metodo mediante l’uso di traccianti.

La presente norma è la versione ufficiale della norma europea EN 1093-4:1996+A1 (edizione giugno 2008). La norma descrive un metodo per la misurazione del rendimento di captazione di un impianto di aspirazione installato su una macchina.

Questo metodo si basa sulla tecnica mediante l’ uso di traccianti e può essere impiegato in ogni ambiente di prova.


eur-lex – Regolamento (CE) n. 852/2004

Igiene dei prodotti alimentari

Il regolamento e i suoi allegati definiscono una serie di obiettivi di sicurezza alimentare che le imprese alimentari devono soddisfare. Il principio fondamentale è che tutti coloro che lavorano nel settore alimentare devono garantire prassi igieniche in ogni fase del processo di produzione.


Linee Guida ISPESL – Versione finale  1 giugno 2006

Microclima, aerazione e illuminazione nei luoghi di lavoro – Requisiti e standard

Indicazioni operative e progettuali

La terza parte del documento è dedicata alle indicazioni operative. Sono proposti approfondimenti sulla valutazione del rischio, sulla strumentazione e sulle modalità di misura, sulla gestione  e  manutenzione  degli  impianti  aeraulici,  sui  dispositivi  di  protezione individuale  (DPI)  per  gli  ambienti  termici  severi,  sul  controllo  sanitario  dei lavoratori e sulla valutazione dei progetti di luoghi di lavoro.


ISPESL Quaderni per la salute e la sicurezza – ISPESL 2005

Parametri ambientali indispensabili per una corretta gestione della piscina.

L’Istituto Superiore  per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro con la collana dei quaderni per la salute e la sicurezza, divulgando le norme di sicurezza anche negli ambienti di vita, vuole portare maggiore chiarezza nella gestione quotidiana dei rischi, sensibilizzando la popolazione su alcune tipologie, indicando comportamenti idonei a fronteggiarli, suggerendo procedure da adottare in particolari situazioni che mirino alla sicurezza.

Questa guida riporta a pagina 35 i fondamentali parametri ambientali indispensabili per una corretta gestione della piscina.

Alla pagina 60- Appendice III, viene richiamata la Conferenza Stato-Regioni – Accordo 16 gennaio 2003 Gazzetta Ufficiale 3 marzo 2003, n.51.


Pubblicazione ISPESL (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro)

ISPESL – 2009 checklist per la compilazione del documento di valutazione dei rischi e per la sicurezza e la salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro

A pagina 12 vengono segnalate le principali azioni di controllo e monitoraggio sugli impianti di climatizzazione.


ISPESL linee guida per la definizione degli standard di sicurezza e di igiene ambientale dei reparti operatori

Versione dicembre 2009

Documento di linee guida per i requisiti minimi per i blocchi operatori.

Al punto 1.3.3 vengono indicati i requisiti dell’ Impianto di ventilazione e condizionamento a contaminazione controllata.

Alla pagina 19 del documento si sottolinea che il progetto degli impianti di ventilazione deve essere tale da garantire nel tempo le prestazioni, per mezzo di interventi programmati di gestione e manutenzione.

Inoltre alla pagina 16 si indica la necessità di controlli costanti delle prestazioni dell’impiantistica a servizio delle sale operatorie.

Alla pagina 36 del documento, si dichiara che devono essere effettuati controlli periodici dell’impianto VCCC , la verifica delle prestazioni, il controllo periodico delle caratteristiche microbiologiche e chimiche dell’aria.


NORMATIVE ESTERE, NORMATIVE IN CORSO DI ADOZIONE E MANUALI TECNICI

Questa sezione non è da considerarsi isolata dalle altre o priva di interesse in quanto proprio da qui si possono trarre spunti per capire come e dove si potranno trovare soluzioni alternative e nel contempo capire come potrà evolvere il quadro normativo nel prossimo futuro.

NADCA ACR 2013

Assessment, Cleaning and Restoration of HVAC Systems

Valutazione, Pulizia e Ripristino degli impianti di trattamento aria


LEGIONELLA AND LEGIONNAIRES’ DISEASE: A POLICY OVERVIEW (documento in lingua inglese)

La European Agency for Safety and Health at work (http://osha.europa.eu)   ha pubblicato nel 2011 uno studio in merito alla situazione

tecnico/igienica nei vari paesi europei per la Legionellosi.

Si mettono qui a confronto le politiche dei vari stati europei per il contrasto alla legionellosi. L’Agenzia  pone l’attenzione per la problematica legionella, non solo in strutture nosocomiali e di accoglienza (hotel, case di cura per anziani, piscine, …) ma anche sulle attività produttive propriamente dette che utilizzano nei propri processi produttivi acqua soprattutto in nebulizzazione ed a temperature tra i 20° e i 45°. La pubblicazione pone l’attenzione, ad esempio, su:

  • sistemi idraulici che comprendono una torre di raffreddamento;
  • sistemi idraulici che comprendono un condensatore di evaporazione;
  • sistemi idraulici di acqua calda e fredda;
  • piscine termali (note anche come vasche idromassaggio, tinozze scandinave e vasche termali);
  • umidificatori e sistemi di atomizzazione dell’acqua;
  • linee idrauliche per poltrone per dentisti;
  • vasche di aerazione in impianti di trattamento biologico e impianti preposti al trattamento delle acque di scarico industriali;
  • macchine per la purificazione di acqua ad alta pressione.

LINEE GUIDA AICARR SULLA MANUTENZIONE – 2004

Specifiche generali e particolari per la pulizia di sistemi di riscaldamento, ventilazione ed aria condizionata

I destinatari delle Linee Guida sono i Committenti, i progettisti, gli installatori, i gestori di impianti, ciascuno dei quali troverà le indicazioni fondamentali riguardanti la manutenzione applicate nel proprio ambito di interesse.

La presente Linea Guida ha lo scopo di fornire informazioni utili a progettare, programmare, gestire ed effettuare la manutenzione di impianti di condizionamento dell’aria a scopo di benessere.

Sono oggetto della trattazione apparecchiature e componenti relativi a impianti di produzione e distribuzione di calore; impianti di produzione e distribuzione di freddo; impianti e sistemi di trattamento e distribuzione di aria per climatizzazione degli ambienti; sistemi di controllo e regolazione degli impianti.

Sono quindi esclusi gli impianti industriali, quelli a servizio dei processi di produzione, le camere bianche ecc.


SUVA (www.suva.ch)

STAMPANTI LASER, FOTOCOPIATRICI E TONER: PERICOLI PER LA SALUTE (SUVA)

Il SUVA, ente assicurativo svizzero ha pubblicato un interessante guida intitolata “Stampanti laser, fotocopiatrici e toner: pericoli per la salute”.

Questa è una completa valutazione del rischio relativo all’uso delle stampanti laser, fotocopiatrici e toner in genere. Il SUVA mette in guardia da quello che sembra uno strumento di lavoro innocuo. Hanno eseguito studi sulla pericolosità e tossicità delle sostanze emanate da fotocopiatrici e toner dando alcuni semplici consigli per il corretto utilizzo e soprattutto per il posizionamento delle apparecchiature di stampa: lontano dalle persone, con impianti di aspirazione dedicati.


ENEA, novembre 2015

LA CLIMATIZZAZIONE DEGLI AMBIENTI – Guida per l’esercizio, controllo e manutenzione degli impianti termici

Il documento ricorda alcune semplici regole per la corretta manutenzione ai fini della sicurezza, per la contabilizzazione del calore e per risparmiare sulla bolletta ed evitare sprechi di energia o multe per non aver rispettato le previsioni di legge.

Ricorda chi è il responsabile dell’impianto , la necessità di tenere il libretto di impianto, i valori massimi di temperatura ambiente, la manutenzione, l’efficienza energetica per tipologie di impianti, le sanzioni e la normativa di riferimento.


Società italiana di pediatria – la scuola che vogliamo. spunti, orientamenti, indicazioni operative per la costruzione/ ristrutturazione di scuole a misura di bambino

Linee guida per la ristrutturazione o la ricostruzione delle scuole.

Il documento evidenzia i diversi parametri da rispettare per l’abitabilità degli edifici scolastici, dalla struttura degli spazi, all’arredo, all’illuminazione, ecc.

Elenca inoltre le linee guida per la ristrutturazione o la ricostruzione delle scuole fissando i parametri, già indicati nelle normative, relativamente alla purezza dell’aria e comfort termico.

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